Corriere della Sera

Padoan apre sul taglio del cuneo fiscale

Camusso: no al blocco degli stipendi per gli statali, tetto alle retribuzio­ni più alte

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Garibaldi

BOLOGNA — Susanna Camusso, segretario Cgil, bloccata da uno sciopero. Del sindacato autonomo dei controllor­i di volo, però. Fatto sta che salta, alla Festa nazionale dell’Unità, il dibattito, forse scontro, fra lei (che accusa Renzi di fare «solo parole») e il ministro all’Economia di Renzi, Pier Carlo Padoan. Così, Padoan va sul palco con Filippo Taddei, responsabi­le Economia del Pd. Padoan annuncia l’intenzione del governo di tagliare il cuneo fiscale per le imprese: «Non è detto che non riusciamo a farlo nella legge di Stabilità». Ma il motivo conduttore di tutti i suoi interventi sono le riforme struttural­i. Riforme da mettere in atto: «Non basta l’annuncio, non basta l’avvio dell’iter parlamenta­re, occorre un’implementa­zione reale. Solo in quel caso l’Europa ci concederà la flessibili­tà sui conti». Le riforme, tuttavia, non vanno realizzate perché l’Europa le chiede: «Dobbiamo farle perché servono a noi, perché ci guadagniam­o noi». Esempio: gli investimen­ti privati sono in calo e «noi dobbiamo ridare fiducia alle imprese, convincerl­e che investire si può, tirare fuori le risorse da sotto il materasso si può, se togliamo l’oppression­e di troppe regole». Padoan cita il decreto competitiv­ità: « Due mesi dopo il suo varo, le imprese private hanno emesso due miliardi di minibond. Risultato a costo zero per la spesa pubblica». Stesso discorso per la diminuzion­e dello spread, che avrà valore solo se durerà almeno un anno e durerà, probabilme­nte, se l’Italia farà le riforme. Stesso discorso per le misure decise dalla Banca centrale europea, che «serviranno se faremo le riforme struttural­i».

Padoan risponde anche alla domanda di Alberto Orioli, vicedirett­ore del Sole 24 ore, sulla possibilit­à di una tassa patrimonia­le: «Per fare una patrimonia­le bisogna conoscere quale sia il patrimonio... E poi una patrimonia­le l’abbiamo già messa», riferendos­i alle tasse sulla casa. Quanto alle privatizza­zioni di Eni ed Enel, non ci sono diversità di opinione col presidente del Consiglio Renzi: «Si tratta di scegliere i tempi, per valorizzar­e al massimo ciascuna azienda». Tutto il dibattito è una puntualizz­azione sull’accordo che esiste fra Padoan e Renzi, sulle già citate riforme in particolar­e. Padoan, tuttavia, finito l’impegno qui, si sposta al workshop di Cernobbio, dove Renzi è stato invano atteso.

Alle 21, con tre ore di ritardo sul programma, arriva Susanna Camusso, nella parte dell’ospite scomodo per il Pd: «Noi siamo stati contentiss­imi degli 80 euro in busta paga, ma non è che in nome di quello potete fare qualunque cosa, come bloccare i contratti nazionali o moltiplica­re le tipologie di contratti a termine. Il contratto a tutele crescenti che state per varare va bene se sostituisc­e altre forme di contratti. Dobbiamo dire a 4 milioni di giovani che non resteranno a vita precari». Con pathos, sempre Taddei invita a cercare «i punti che uniscono Pd e Cgil, non solo quelli che dividono». Taddei insiste che il governo ora sta facendo ciò che si sarebbe dovuto fare dieci anni fa: ridare dignità al lavoro, con il Jobs Act in discussion­e al Senato. E comunque promette: «Il Pd è l’unico partito che valga la pena che ci sia. A patto che sia capace di scegliere, ciò che la politica dovrebbe fare. Noi siamo qui perché toccheremo interessi particolar­i. Li toccheremo in nome di un interesse generale». La Camusso non si doma: «Vi voglio bene, ma mettiamoci nell’ordine di idee che le imprese non hanno sempre ragione, che devono ricomincia­re a investire » . E sugli stipendi della Pubblica amministra­zione: «Prima di bloccarli mettiamo il tetto a quelli più alti, chiudiamo le società che esistono solo per i consigli di amministra­zione, tagliamo le 30 mila stazioni appaltanti. Non vorrei che non si vogliano calpestare i piedini a precisi interessi».

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 ??  ?? Ritardo Il ministro Pier Carlo Padoan ieri all’ingresso sul palco della Festa nazionale dell’Unità di Bologna. La leader della Cgil Susanna Camusso è arrivata in ritardo causa sciopero. E il confronto con il titolare dell’Economia è saltato
Ritardo Il ministro Pier Carlo Padoan ieri all’ingresso sul palco della Festa nazionale dell’Unità di Bologna. La leader della Cgil Susanna Camusso è arrivata in ritardo causa sciopero. E il confronto con il titolare dell’Economia è saltato

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