La scelta di Luca
Montezemolo: «Disponibile ad andare avanti» ma procede con Torino la trattativa per l’addio
Il presidente della Rossa a Monza: «Eccessivo il tormentone su di me. Posso restare per altri tre anni, se ci saranno novità sarò il primo a dirle»
MONZA — Arriva come al solito, il sabato mattina, se ne va prima del solito, senza assistere alle qualifiche dai box (e non era mai successo), appena dopo aver saputo che le due Ferrari sono settima e dodicesima, che sarà stato anche previsto ma fa comunque male. Non può essere un Gp di Monza come gli altri, per Luca di Montezemolo: i gesti sono gli stessi, le pacche sulle spalle agli uomini rossi, gli incontri con Lauda, Ecclestone, Todt, il saluto dal muretto ai tifosi che lo acclamano, un abbraccio forse un po’ più lungo e intenso a Fernando Alonso, con gli occhi velati. Se non era commozione, sarà stato l’effetto del «polverone», parola sua, che si è scatenato attorno a lui. L’atmosfera no, non poteva essere la stessa, perché Monza 2014 passerà alla storia come la sua ultima da presidente Ferrari dopo 23 anni. Montezemolo lo sa e, sui gradini del motorhome, parla a una folla di giornalisti. « In estate abbiamo sempre bisogno di creare dei tormentoni, questo mi è parso eccessivo — comincia Montezemolo —. Io sto lavorando, chiudiamo l’anno con il record di risultati economici, al Salone di Parigi presenteremo una Ferrari nuova, a ottobre a Los Angeles festeggeremo i nostri 60 anni in America con una macchina in 10 esemplari». E poi, entrando nel merito: «Solo a marzo ho dato la mia disponibilità agli azionisti e alla gente della Ferrari per un impegno di altri tre anni. Se poi ci fossero novità, sarò io il primo a dirlo». Non è, come si vede, una smentita. È, semmai, un mettere i puntini sulle i: Montezemolo vuole apparire come padrone del proprio destino. Come dire: se la Ferrari dovesse diventare un’altra cosa, dopo la quotazione della Fca, e lui non dovesse godere dell’autonomia di sempre, potrebbe
Alonso sotto contratto «Su Alonso un altro polverone, ha un contratto fino al 2016» Ma il piano B è Vettel
essere lui ad andarsene. In ogni caso, una trattativa con Torino per decidere il «come» lasciarsi è già in atto. Il ministro dei Trasporti Lupi (che con Montezemolo ha parlato di treni) dice che «può essere utile anche in altri importanti ruoli». Alitalia? Montezemolo ci scherza su: «Spero di prenderla domani, nel senso di salire su un aereo».
Comunque vada nelle prossime settimane si chiuderà l’era Montezemolo, un’era vin-
cente, piena di ricordi indimenticabili: «A Monza ho vinto il primo titolo da direttore sportivo nel ’75, con Schumacher abbiamo ottenuto successi bellissimi: a proposito, forza Michael. Con Alonso abbiamo trionfato nel 2010. Ora sono qui per stare vicino a Marco Mattiacci: qualche piccolissimo miglioramento si è visto. Questa sarà la prima Monza senza Domenicali, è stato parte importante della mia vita, ma nello sport i risultati sono tutto». Domenicali sarà oggi al circuito invitato da Ecclestone e dal presidente Aci Milano Ivan Capelli. Montezemolo sembra non risparmiargli una critica indiretta quando parla del peso politico della Rossa: «Sono contento dell’approccio di Mattiacci, nelle riunioni gli ho detto di non guardare in faccia a nessuno. Adesso si sente la voce della Ferrari, ma adesso si accorgono anche di cosa vuol dire in termini di audience non avere una Ferrari competitiva». I cavalli di battaglia sono quelli di sempre: «Le regole devono essere semplici, con al centro il tifoso. La F1 è ricerca, non si può congelare lo sviluppo dei motori per un anno. E poi ci vogliono i test».
Ma più che il futuro della F1, al centro della scena c’è il futuro della Rossa (Piero Ferrari rassicura: «Non esiste una F1 senza Ferrari, se qualcuno volesse fare l’esperimento di non correre spero di non esserci, ma non succederà » ) , quello di Montezemolo, ma anche quello di Alonso. «È un altro tormentone, ha un contratto importante fino al 2016 » , le parole del presidente. Fernando risponde « no » a chi gli chiede se il suo futuro sarà influenzato da un cambio alla presidenza. «Nessuna relazione. Poi Montezemolo mi aveva detto che sarebbe rimasto». Ma la trattativa del suo rinnovo non fa passi avanti. Nel contratto di Alonso non ci sono clausole di uscita (legate ai risultati), quindi lo spagnolo potrebbe andarsene solo con l’accordo delle due parti. Lo scenario più verosimile è che il matrimonio continui. In ogni caso, Maranello sta già lavorando a un eventuale piano B, che si chiama Sebastian Vettel. Senza Alonso, ma soprattutto senza Montezemolo, sarebbe proprio un’altra Ferrari.