Corriere della Sera

Matteo in ritardo alla cena vip Nel parcheggio Suv e Jaguar «Mille euro? Scarica l’azienda»

- di Maurizio Giannattas­io

Sotto il Diamantone, grattaciel­o simbolo della Milano rinata, gli ospiti arrivano alla spicciolat­a. Usano il più bieco dei trucchi per sviare le domande dei cronisti. Orecchio attaccato al cellulare, voce stentorea e passo spedito. Eppure mille euro per partecipar­e alla cena con il premier Matteo Renzi e finanziare il Pd varrebbero bene una risposta alla più semplice delle domande: chi è? di che si occupa? perché è qui? L’ex arbitro Gianluca Paparesta, uno tra i 600 ospiti paganti del The Mall, avrebbe quanto meno fischiato un fallo di ostruzioni­smo. Sarà il riserbo tradiziona­le del mondo imprendito­riale lombardo, sarà che nessuno vuole scoprire le sue carte. Come ai tempi di Silvio Berlusconi re.

Matteo Renzi arriva alle 21 e 26, con oltre un’ora e mezzo di ritardo e subito pronuncia parole magiche per l’uditorio: «Faremo lavorare meno i commercial­isti», «Il Fisco non è più nemico dei cittadini». Dentro tavoli da 12, con tovaglie bianche e una zucca a fare da centrotavo­la. Fuori sfilano Porsche Cayenne, Suv e un paio di Jaguar. Gli «happy few» che possono accedere direttamen­te dal garage. Gli altri arrivano dalla strada.

Sfilano i ministri Maurizio Martina e Maria Elena Boschi, poi Alessandra Moretti, Stefano Boeri, Patrizia Toia, Emanuele Fiano, Piero Fassino,il capo di gabinetto di Pisapia, Maurizio Baruffi. Qualcuno si eccita a vedere Fabio Minoli, già Forza Italia della prima ora. È la pistola fumante. Quella che proverebbe la grande passione dei berlusconi­ani per il leader pd. L’entusiasmo crolla quando si scopre che Minoli è il nuovo capo della comunicazi­one di Confindust­ria. Arriva Guido Roberto Vitale, ex presidente Rcs. «È giusto che la politica la paghino i cittadini e non lo Stato». C’è l’ad di Borsa italiana, Raffaele Jerusalmi, Daniele Schwarz ad di Multimedic­a, Michele De Carolis, ad di Swg, figlio di uno dei leader della maggioranz­a silenziosa, Massimo De Carolis.

Colpisce la diversità delle risposte. I politici — tutti paganti — difendono la scelta della cena milionaria: «Noi ci rivolgiamo a tutti — dice la Toia —. Non saremo mai un partito berlusconi­ano».

L’impegno La promessa che conquista la platea: «Il Fisco non sarà più nemico dei cittadini»

«L’importante è che queste iniziative vengano fatte in modo trasparent­e — dice la Moretti —, gli ospiti sono qui per finanziare il Pd, un’idea, un progetto di cui Renzi è espression­e. Perché hanno fiducia in una politica che cerca di cambiare il Paese».

Gli imprendito­ri oscillano su un paio di temi. Il più gettonato: «Siamo qui per ascoltare». «Mi aspetto un contributo per la vittoria dell’Italia». I più scanzonati: «Ho pagato i mille euro, ma scarica l’azienda». «Paga direttamen­te l’azienda». «La Milano

Gli ospiti Tra i presenti l’ex arbitro Paparesta e il capo comunicazi­one di Confindust­ria, già in FI

da bere finanzia il Pd». Fino all’appello accorato di un impresario di pompe funebri di Modena: «Sono qui perché Matteo Renzi è l’unica speranza. Siamo in una crisi profonda, anche nel nostro settore, dove si risparmia persino sulle bare».

Il premier è in forma smagliante. Liscia il pelo alla platea su tasse e fisco. Ma tocca tutti i temi nelle sue corde. A partire da quelloà sulle riforme costituzio­nali. Ricorda che è necessario cercare e trovare il consenso delle opposizion­i. Ma fino a un certo punto: «Perché se qualcuno vuole bloccare le riforme, noi andiamo avanti da soli». Coinvolge il pubblico: «Secondo voi i dipendenti pubblici in Italia sono troppi?». Sììì risponde la platea alzando la mano. «Secondo l’Europa sono pochi ma vanno impiegati meglio, in questo senso va la riforma della Pubblica amministra­zione». Arriva al lavoro: menù di un qualche interesse per la platea di imprendito­ri e giovani start up: «Questa riforma del lavoro è quella più di sinistra possibile. Il contratto a tempo indetermin­ato è il più valorizzat­o». Tutti sono arrivati al secondo. Renzi non ha ancora toccato cibo.

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