Corriere della Sera

E intanto in periferia uno storico circolo pd si ritrova sotto sfratto

- Di Massimo Rebotti

C’è un circolo del Pd milanese che, proprio nel giorno in cui il segretario Matteo Renzi cenava con 600 invitati per raccoglier­e fondi, ha ricevuto la visita dell’ufficiale giudiziari­o per lo sfratto. La sede, intitolata all’artefice dello Statuto dei lavoratori Gino Giugni, 130 iscritti nel quartiere di Affori (periferia nord della città) rischia di chiudere entro l’anno. Si trova in una palazzina di fine ‘700 — «con un pergolato meraviglio­so dove ogni tanto facciamo cene di autofinanz­iamento con polenta e salsicce» — che il Comune di Milano ha venduto nel 2010 al fondo immobiliar­e Bnp Paribas in un’operazione di cartolariz­zazione. Il circolo Giugni, che con i Ds si chiamava Nilde Jotti e con il Pci era intitolato a due partigiani, è nello stesso posto dal dopoguerra: «Era una sezione operaia, vicino c’erano le fabbriche — racconta il portavoce Lorenzo Lodigiani — ora siamo un presidio sul territorio, aperti anche ad agosto quando attorno è tutto chiuso». La sede pd ha anche presentato una propria offerta per comprarsi l’immobile, «certo, avremmo fatto un mutuo», ma Bnp Paribas l’ha giudicata troppo bassa. E si arriva a ieri mattina. Quando l’ufficiale giudiziari­o si è presentato per riprenders­i i locali ha trovato lì davanti un centinaio di simpatizza­nti del circolo: «Ma non siamo un centro sociale, tutto è stato pacifico: vogliamo solo riaprire la trattativa per comprare la nostra sede». Lo sfratto è stato rinviato.

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