Corriere della Sera

Lettera segreta di Obama a Khamenei «Accordo contro l’Isis e sul nucleare»

Alleati non avvertiti a causa dell’opposizion­e di Israele e delle monarchie del Golfo

- G. O.

Gli alleati regionali e i repubblica­ni non saranno contenti dell’ultima mossa di Obama. Perché conferma i loro sospetti di un possibile patto con il Diavolo. Il presidente americano ha scritto una nuova lettera, segreta, al leader iraniano Ali Khamenei. Un messaggio, rivelato dal Wall Street Journal, con il quale la Casa Bianca rilancia la collaboraz­ione contro l’Isis. Un fronte comune con l’Iran subordinat­o però ad un’intesa sul programma nucleare.

Chiariamo. L’idea del baratto non è per nulla nuova. L’hanno proposta gli Usa, l’hanno in qualche modo sostenuta i mullah trovandosi, causa Isis, sulla stessa barricata. E il progetto non è stato mai sepolto, ma solo messo sotto il tappeto in attesa del momento propizio. A ottobre, mentre in Iraq e in Siria infuriavan­o i combattime­nti, Obama ha deciso di rivolgersi direttamen­te a Khamenei con una missiva per rilanciare il dialogo in parallelo ai negoziati sul piano atomico di Teheran. Una mossa per andare oltre il presidente Rouhani. Alla Casa Bianca sanno bene che alla fine l’ultima parola spetta alla Guida suprema, l’unica che può imporre un’intesa e tenere a bada quelle forze apertament­e ostili nei confronti dell’America.

Il problema è che Obama ha già scritto in passato a Khamenei, però i risultati non sono stati confortant­i. E anche di recente il leader iraniano ha trovato modo di attaccare a fondo gli Usa rilanciand­o teorie cospirativ­e ben note. A suo giudizio Al Qaeda e poi l’Isis non sono altro che manovre statuniten­si per indebolire il mondo musulmano. Inoltre quando sono iniziati i raid contro i seguaci del Califfo, Teheran ha alzato il volume della propaganda criticando l’intervento. Anche se poi i suoi «consiglier­i» militari, guidati dall’onnipresen­te generale Qasem Soleimani, hanno agito in Iraq godendo dell’ombrello aereo statuniten­se. E dunque, sul terreno, si è prodotta un’alleanza di fatto.

L’apertura della Casa Bianca, che è stata preceduta da contatti nell’arco di questi ultimi due anni anche attraverso intermedia­ri, deve però superare non pochi ostacoli. Primo. La linea del «no» presente in parte della nomenklatu­ra iraniana. Secondo. L’opposizion­e delle monarchie del Golfo e di Israele, contrari a qualsiasi concession­e agli ayatollah. Non è un caso che gli Stati Uniti non abbiano avvertito gli alleati sull’iniziativa del presidente.

Precedenti In passato il presidente Usa ha già scritto al Leader Supremo, con risultati sconfortan­ti

Terzo. Evitare che il dialogo con l’Iran compromett­a la schieramen­to anti Isis nel quale devono per forza esserci anche quei Paesi sunniti, come l’Arabia Saudita, profondame­nte ostili verso Teheran. Quarto. Il muro del Congresso, oggi dominato dai repubblica­ni e pronto a frenare l’eventuale riavvicina­mento.

Non ci sarebbe nulla di peggiore per Obama che finire vittima della troppa fiducia in un possibile partner apparso fino ad oggi titubante. Ora la risposta tocca a Khamenei.

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(Ansa) Leader Supremo Ali Khamenei, 75 anni. È la Guida Suprema dell’Iran dal 1989

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