I piani salva-acciaio: si sblocca Terni, chance a Piombino
Spunta una cordata di imprenditori pronta a nuove produzioni per la fabbrica toscana
Gli industriali siderurgici italiani sono disposti a investire su Piombino. E intanto si apre uno spiraglio nella vertenza Ast Terni. Due buone notizie in un sol giorno. Con una riunione straordinaria del direttivo della Federacciai, presieduto da Antonio Gozzi, è stata decisa la creazione di una cordata per realizzare a un nuovo impianto di preridotto nella zona portuale di Piombino. Il valore dell’investimento è stimato nell’ordine dei 450 milioni di euro e dovrebbe dar lavoro a 150 addetti. Si tratta del primo esperimento italiano per utilizzare una nuova tecnologia che permette di impiegare nei forni il minerale preridotto mescolato con il rottame tradizionale. La complementarietà del nuovo investimento con i discorsi che si vanno facendo per la ex Lucchini è quasi perfetta perché la produzione di preridotto rappresenterebbe un supporto all’installazione di uno o più forni elettrici come proposto dai due pretendenti all’acquisto, l’algerino Cevital e l’indiano Jindal. «Il progetto – ha dichiarato Gozzi – si inserisce nella strategia avviata dalla Federacciai per rafforzare e consolidare il settore attraverso attività mirate sui principali fattori di costo, come energia e rottame, che limitano la nostra competitività».
La cordata per Piombino sarà a trazione bresciana, con il coinvolgimento dei principali produttori siderurgici della provincia (Pasini, Stabiumi, Stefana, Ori) ma ne farà parte anche la Duferco di Gozzi e probabilmente Jindal, ovviamente solo in caso di vittoria degli indiani nella gara per assicurarsi la ex Lucchini. La notizia data dalla Federacciai pel’ incertezza serà anche sull’esito della gara perché in qualche modo va a riequilibrare il piatto della bilancia. Finora infatti il sindacato e il territorio di Piombino guardavano con maggior favore alla proposta di Cevital perché