Corriere della Sera

Contrordin­e a Roma: l’Opera verso il ritiro di tutti i licenziame­nti

I sindacati rinunciano a scioperi e indennità

- Valerio Cappelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Non è ancora ufficiale, ma all’Opera di Roma ci sarà il lieto fine: sta per andare in scena il dietrofron­t sui 180 licenziame­nti di orchestra e coro. «Siamo pronti a recepire, su mandato del Cda, eventuali modifiche alle misure decise precedente­mente», dice il sovrintend­ente Carlo Fuortes, al termine dell’incontro di tre ore con i sindacati del teatro, quelli morbidi e quelli radicali.

I dipendenti si sono impegnati a «un’ipotesi di accordo» che in realtà ha subito ieri un’improvvisa accelerazi­one. Sono disposti a congelare il premio di produzione e a rinunciare a varie indennità, da quella per l’attività sinfonica, a quella di Caracalla, secondo la quale si sono sempre pagati tutti i dipendenti, anche coloro che non avevano lavorato (in futuro si corrispond­erà una

Disponibil­i all’accordo per rivedere la decisione su coro e orchestra

Fuortes Vogliamo disegnare un nuovo modello produttivo per il teatro

Cgil

somma soltanto a chi sarà presente alle produzioni). L’obiettivo è quello di reperire i 3 milioni e 400 mila euro causati dalle azioni di protesta, dal blocco delle attività del teatro, dall’addio dei pochi sponsor, per raggiunger­e il pareggio di bilancio.

In altre parole, i dipendenti si tagliano lo stipendio, chiedendo un nuovo modello produttivo in grado di recuperare quello che ora perderanno in busta paga. Dunque, si lavora di più, mettendo un freno all’alternanza e al ricorso agli «aggiunti» in orchestra. È esattament­e quello che aveva proposto il sovrintend­ente. Si elaborerà un nuovo piano di risanament­o (indispensa­bile per avere i 25 milioni del fondo speciale per i teatri indebitati), rafforzato dalle concession­i dei sindacati, salvaguard­ando i due principi cardine: revisione della pianta organica e sostituzio­ne del contratto integrativ­o.

Di più: i sindacati si impegneran­no, per un periodo che dovrebbe comprender­e tutto il 2016, a una moratoria degli scioperi: è la pax sindacale, che

In Consiglio La decisione formale si avrà il 23 novembre quando il Cda valuterà il pacchetto di proposte

in passato il teatro otteneva a caro prezzo. Sarebbe stato possibile, tutto questo, senza la drammatica ma inevitabil­e (visto il buco di 30 milioni e la chiusura a ogni accordo) decisione del licenziame­nto collettivo? Manca ancora una proposta organica, fa notare Fuortes. Ma sembra aver vinto la linea dura, che era stata osteggiata da altri sovrintend­enti (con l’eccezione di Francesco Bianchi a Firenze) e da alcuni musicisti, che però non hanno mai messo piede nel teatro romano, sperimenta­ndo sulla loro pelle la difficoltà di lavorare tra uno sciopero e l’altro.

I sindacati elaboreran­no la loro proposta, alternativ­a ai licenziame­nti, l’11 e il 12, e la formalizze­ranno entro il 21, giorno in cui termina la prima fase della procedura di fine lavoro. La data importante è il 23 novembre, quando Fuortes porterà al Cda il pacchetto del sindacato: a quel punto lo «stop» ai licenziame­nti sarà scontato. E si ricomincer­à a far parlare la musica.

Quattro giorni dopo, il 27, con la Rusalka di Dvorak si inaugura la stagione: è una fiaba crudele, mentre il teatro sta per conseguire all’ultimo tratto l’insperato lieto fine.

 ??  ?? Trio Piero Pretti in «Rigoletto» di Verdi, andato in scena all’Opera di Roma
Trio Piero Pretti in «Rigoletto» di Verdi, andato in scena all’Opera di Roma

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy