L’Eurogruppo avverte l’Italia «Le regole vanno rispettate»
Moscovici: investimenti fuori dai vincoli del Patto? Troppo creativo
L’Eurogruppo dei 18 ministri finanziari frena l’aspettativa del premier Matteo Renzi di scorporare gli investimenti per la crescita dai vincoli di spesa pubblica previsti nel patto Ue di Stabilità. Ma a Bruxelles non sono emersi segnali incoraggianti anche sui finanziamenti pubblici per stimolare la ripresa e il rilancio dell’occupazione perché la Germania e altri Paesi del Nord appaiono ancora contrari a sborsare fondi aggiuntivi.
«Non possiamo cambiare le regole durante la partita», ha risposto il presidente dell’Eurogruppo, il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem, in relazione alla proposta di Renzi di maggiore flessibilità nei conti pubblici. Anche il neocommissario per gli Affari economici, il socialista francese Pierre Moscovici, ha confermato all’Italia che «bisogna rispettare le regole, non possiamo esagerare con la creatività». Dijsselbloem e Moscovici hanno specificato che sarà attuata «la flessibilità già prevista» nell’attuale testo del Patto.
L’Eurogruppo ha preso tempo, rinviando a fine mese, per le valutazioni delle leggi di bilancio nazionali, che non sono state rigettate nella prima valutazione della Commissione europea. E che potrebbero contenere parti «non in linea» con i
Esami a fine mese Dijsselbloem: slitta a fine novembre l’esame europeo della legge di Stabilità
criteri imposti dalle regole Ue.
Il presidente dell’Eurogruppo è apparso prudente sugli investimenti per la crescita. Ha ridimensionato le aspettative sulla parte di capitali pubblici nel piano da 300 miliardi di nuovi fondi promesso («prima di Natale») dalla Commissione del lussemburghese Jean-Claude Juncker, che si è insediata l’1 novembre scorso.
Mentre il commissario francese ha lanciato un allarme sull’urgenza di interventi comunitari perché vede un rischio di «situazione sociale drammatica, che non possiamo accettare», se si restasse nella attuale «bassa crescita» e «alta disoccupazione».
L’andamento dell’economia è definito «non soddisfacente» in base alle ultime previsioni economiche della Commissione, che risultano preoccupanti per grandi Paesi come Italia (per il debito) e Francia (per il deficit). Anche l’Ocse ha confermato il rischio di una eurozona in stagnazione perché «la debolezza di Germania, Francia e Italia ha annullato i miglioramenti dei Paesi periferici». La crescita italiana 2015 è stimata allo 0,2% (1% nel 2016).
«Per aumentare gli investimenti ci servono più risorse», ha dichiarato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che si è detto «tranquillo» sulla legge di Stabilità e ha confermato l’importanza delle riforme «che il governo italiano sta facendo». La difficoltà di rimettere in moto in tempi brevi adeguati flussi di credito all’economia reale, per Padoan, consiglia di «diversificare gli strumenti di finanziamento degli investimenti » . Anche perché i piani anticrisi comunitari non hanno raggiunto l’economia reale. «Le risorse spese per riparare il sistema finanziario non si sono tradotte in crescita», ha affermato Padoan esortando che «anche il sistema finanziario sia reso più orientato alla crescita».