Ciak, si mangia Un menù da film
Antipasto con i funghi di Cary (Grant), poi il minestrone di Clint (Eastwood), le costolette di Kevin (Spacey) e il caffè di Totò: il copione di un pasto perfetto rubato alle pellicole
Stagione di abbuffate per i cinefili, l’autunno. In sala arrivano le novità più attese dell’anno, magari cucinate a un fast food di Hollywood o assaggiate in anteprima al banchetto del Lido. Ma anche le serate in casa possono riservare soddisfazioni. L’estate è appena finita, e la prossima è ancora lontana; nessuna urgenza di mettersi a dieta, o di perdere tempo facendo sport. Insomma è il momento ideale per dedicarsi alle attività che nobilitano l’uomo: il cinema e la cucina. Ecco qualche proposta per un menu d’autunno in celluloide.
Antipasto
Un classico, polenta ai ferri con funghi e gorgonzola. Massima attenzione alle materie prime, però, come insegnano gli chef (e i film) stellati. I funghi perfetti per la ricetta sono quelli che coltiva Cary Grant, il nobile decaduto nell’Erba del vicino è sempre più verde di Stanley Donen. L’erborinato deve essere certificato dall’Illustre accademia del gorgonzola, dove è ambientata la scena più divertente (e politicamente scorretta) di Benvenuti al Sud di Luca Miniero. In alternativa, si consiglia di provare il Maroille, formaggio a pasta molle tipico dell’Avesnes-sur-Helpes e protagonista della commedia originale francese, Giù al Nord di Dany Boon, film decisamente più saporito del remake lombardo-napoletano.
Primo
Un piatto scontato e straordinario insieme, il minestrone all’italiana dei Ponti di Madison County di Clint Eastwood, il più autunnale dei film romantici. Una ricetta su pellicola spiegata in modo straordinario già nelle pagine del romanzo di Robert James Waller. Perché è un racconto che sembra già la scena di un film. E perché mostra nel modo più semplice cosa può diventare, a volte, la cucina: un atto di amore.
«“Sono bravo ad affettare la verdura”, si offrì lui. “Benissimo, il coltello lo trova nel cassetto. Voglio preparare il minestrone, quindi la può tagliare a cubetti”. In piedi a pochi passi da lei, a testa china, lui cominciò ad affettare le carote e le rape, le pastinache e le cipolle. Francesca pelava le patate nel lavello, acutamente conscia della vicinanza di uno sconosciuto. Non avrebbe mai pensato di poter sbucciare patate in uno stato d’animo così insolito. Quella stanza era avvolta da una sensazione di tranquilla intimità, stimolata in qualche modo da quelle semplici operazioni di cucina. Al posto dell’estraneità, subentrava l’intimità».
Secondo
Gli spettatori due punto zero, che con un po’ di leggerezza tradiscono il vecchio rito della coda al botteghino per una serie tv à la page, saranno ormai assuefatti alle costolette di maiale addentate da Frank Underwood in House of Cards,
Formaggio d’autore Se vi piace l’erborinato accertatevi che abbia il sigillo dell’accademia del gorgonzola
Marilyn In «A qualcuno piace caldo» Marilyn va a comprare all’amato salsicce e patate
tra un complotto alla Casa Bianca e un delittaccio nel parcheggio sotterraneo. Ricetta saporita, senza dubbio, ma il regista forse ha messo una manciata di sale di troppo. Vale la pena, piuttosto, riscoprire le costolette di agnello di cui va pazzo Chazz Palminteri in Pallottole su Broadway: ben più credibile lui come killer mafioso innamorato del teatro, rispetto a Kevin Spacey come assassino impenitente e aspirante presidente degli Stati Uniti.
Se cercate un’alternativa ancora più gustosa — anche se più calorica — potete sempre seguire l’inarrivabile ricetta notturna di Marilyn in A qualcuno piace caldo: «Ero così pazza di lui che alle 2 del mattino mi mandò a comprare salsicce e patate lesse. Le patate erano finite così comprai dei cavoli... Me li tirò in faccia!».
Dessert
Non resta che assaggiare una fetta della torta che dà il titolo a My blueberry nights, il debutto americano del regista cinese Wong Kar-Wai. Magari pensando a quando la protagonista Norah Jones, così bella e così triste, dice: «Chissà che ricordo ti lega a me... La ragazza della torta ai mirtilli o la ragazza del cuore a pezzi?». Per fortuna il lieto fine è dietro l’angolo.
E per finire davvero, ci vuole un caffè abbondante, anzi multiplo, come consigliava Totò nei Tartassati: «Io ne prendo tre alla volta, per risparmiare due mance!». Servirà a restare svegli ancora un po’, giusto il tempo per guardare un altro film. Accanto alla tazzina, si può servire un marron glacé, squisitezza diffusa già ai tempi di Mozart. Almeno ad ascoltare la voce del compositore rivale Antonio Salieri, vero protagonista di Amadeus di Milos Forman. Unica differenza, nella Vienna di fine Settecento venivano chiamati «capezzoli di Venere»: «Me li mandano dall’Italia: castagne toscane, rhum e zucchero glassato. Li provi, sono sconvolgenti!».