Corriere della Sera

Riforme, duello Renzi-Berlusconi Il segretario pd apre ai 5 Stelle

«Il Cavaliere non dà le carte». Il capo di FI: siamo in campagna elettorale

- Alessandro Trocino

Di prima mattina il patto del Nazareno scricchiol­a sotto i colpi di Silvio Berlusconi, in collegamen­to telefonico con una iniziativa di Forza Italia per il «No tax day». L’ex premier non risparmia attacchi ai «comunisti al governo» e annuncia: «Siamo già in campagna elettorale perché non sappiamo se andiamo a elezioni a marzo, in primavera, con il Consultell­um o dopo, con l’Italicum». Poco dopo ecco la risposta di Matteo Renzi, a In mezz’ora: «Berlusconi sta al tavolo e sto facendo di tutto per farlo rimanere, ma non dà le carte». E ancora: «Finire le riforme è l’unico modo per dare senso alla legislatur­a». Si duella apertament­e, insomma, e fa l’apparizion­e, condiziona­to da ipotesi e suggestion­i ma ben visibile, il tema delle urne anticipate.

Il premier, da Lucia Annunziata, fa il punto sui rapporti sempre più tormentati con il cofirmatar­io del patto del Nazareno. Al Corriere della Sera Berlusconi aveva spiegato che sarebbe opportuno mettersi d’accordo subito sul Quirinale, come condizione preliminar­e per le riforme. Il niet di Renzi è netto: «Il tema della succession­e del capo dello Stato non bloccherà le riforme » . E su quelle, la tempistica prevista è questa: «La riforma della legge elettorale va in commission­e e va in aula al Senato, ma non chiude. La riforma costituzio­nale va in aula alla Camera il 16 dicembre. Spero che prima di Natale le riforme siano tutte e due in Aula». Renzi esibisce i risultati: «Abbiamo approvato il Jobs act, la riforma fiscale è partita, la riforma della scuola anche. Questo è quello che serve al Paese, il resto sono chiacchier­e».

Le Regionali hanno segnato una battuta d’arresto con una perdita di voti non indifferen­te: «Il calo di fiducia degli elettori è naturale quando cerchi di cambiare le cose che stanno lì da anni. Ci sta di perdere il consenso. Un politico vero deve avere il coraggio di cambiare il Paese senza guardare tutti i giorni i sondaggi». Quanto all’astensioni­smo, «mi preoccupa, ma continuo a pensare che sia un fatto secondario». Renzi respinge l’accusa di non essere andato a Genova durante l’alluvione — «è il finito il tempo delle passerelle» — e non si mostra preoccupat­o per l’ascesa della Lega: «Salvini scommette sulla rabbia, io sul coraggio». Il segretario del Pd apre invece al Movimento 5 Stelle: «Se sono disponibil­i a scrivere con noi le regole, tutta la vita». Il presidente del Consiglio nega trattative parallele con Raffaele Fitto, lo sfidante di Berlusconi: «Sono altri che ci parlano nel Pd. D’Alema? Non faccio nomi, ma sono eletti in Puglia in passato».

Berlusconi, nella partita del Quirinale, aveva accennato a un possibile candidato, Giuliano Amato, dicendo no a «uomini di parte». L’interpreta­zione autentica di Giovanni Toti, data all’Intervista di Maria Latella su Sky, è che il no è per «uomini che ricoprano cariche di partito adesso».

Berlusconi, nel duello con Renzi, non risparmia colpi. Spiega che «il Pd al governo ha portato maghi che hanno fatto solo promesse. Sarà un triste Natale, con le tasse aumentate e i consumi diminuiti». Quanto alla leadership in Forza Italia: «L’esperienza dei vecchi, come diceva Plutarco, serve. Si rottamano le cose, non le persone».

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