Un «Pensionato day», la mossa del leader azzurro
Evento entro l’anno. Sul Quirinale il timore che Fitto usi il voto per la conta nel partito
aveva brevettato «kit del candidato» e «prontuari per i deputati che vanno in tv» — s’è attaccato a un mezzo tradizionale (il telefono) per contattare alcuni esponenti azzurri che frequentano i talk show. «Metti in giro la voce dicendo che ve l’ho chiesto io», ha detto a uno di loro. «Se in tv vi chiedono del patto del Nazareno, del Quirinale o dell’Italicum, lasciate cadere l’argomento dicendo che non sono cose che interessano agli italiani. Parlate della legge di Stabilità che fa schifo, dei pensionati sempre più poveri… Ed evitate il resto».
Non c’è soltanto la voglia di smarcare il suo partito dal politichese. Dietro i «consigli» di Berlusconi ai suoi c’è anche la paura sulla piega che può prendere la partita per il Colle. È Forza Italia stessa a fare paura al suo leader. Raffaele Fitto è pronto a innalzare il livello dello scontro. «Se non avremo le risposte che chiediamo sul partito — ha sussurrato agli amici più stretti — «ci regoleremo di conseguenza anche sul Quirinale».
Questa posizione, che ha alimentato voci di un asse sotterraneo tra Fitto e Massimo D’Alema, avrebbe già messo in allarme Denis Verdini. I 40 ribelli, in vista del risiko quirinalizio, pesano come un macigno. Soprattutto se si conteranno su un loro candidato di bandiera. La diplomazia verdiniana si sta già muovendo. Ignazio Abrignani, berlusconiano doc e capo dell’ufficio elettorale forzista, lancia un ramoscello d’ulivo. «Visto che la leadership di Berlusconi non è in discussione, in vista dell’elezione del Colle dobbiamo ritrovare l’unità con Raffaele Fitto. Sennò è tutto inutile». «È ancora tutto prematuro», dice sorridente Paolo Romani. Ma ad Arcore il segnale d’allarme è già arrivato. Forte e chiaro.