Il Grand Hotel ecomostro abbattuto senza istituzioni
Lo scheletro di Alimuri da 50 anni deturpava la costa sorrentina Fino all’ultimo i proprietari hanno sperato nell’ennesimo rinvio
l’invio delle ruspe in cambio di «compensazioni» come quella (poi annullata) che concordò Francesco Rutelli.
Fino all’ultimo hanno resistito, con l’ennesima richiesta di una sospensiva, i proprietari. E fino all’ultimo gli ambientalisti hanno temuto un nuovo rinvio della demolizione, come già era accaduto nel 2007. Finché finalmente ieri mattina, nella totale assenza (curioso, no?) di ogni rappresentante della Regione o dello Stato accanto al sindaco Gennaro Cinque e all’assessore Antonio Elefante, dopo mezzo secolo di ricorsi, contro- ricorsi, rinvii, sentenze, promesse e delusioni, è tutto finito. Un boato e si è sollevato nel cielo un nuvolone di polvere. Tutte le spese a carico nostro, pare. Ma ne valeva comunque la pena.
Spiega un dossier Cresme che sono abusive l’8,8% delle abitazioni in Calabria, il 12,8 in Puglia, il 18,2 in Sicilia e il 19,8 in Campania. E ricorda il rapporto Ecomafia di Legambiente che «l’incidenza dell’edilizia illegale nel mercato delle costruzioni è passata dal 9% del 2006 al 16,9% stimato per il 2013. Mentre le nuove costruzioni legali sono crollate da 305.000 a 122.000, quelle abusive hanno subito una leggerissima flessione: dalle 30.000 del 2006 alle 26.000 nel 2013».
Ovvio: una casa abusiva costa un terzo di una regolare e il rischio delle ruspe è bassissimo: negli anni 2001-2011, dice lo studio «Abbatti l’abuso» su 72 capoluoghi di Legambiente e Libera, sono stati eseguiti 710 abbattimenti su 16.837 ordinanze (e queste colpiscono solo una minoranza degli abusi) a Napoli, zero su 1.943 a Palermo, zero su 2989 a Reggio Calabria...
Certo, beati i paesi dove le regole vengono rispettate «prima», senza l’uso, imposto dai giudici, delle ruspe o del tritolo. Ma davanti a un panorama così, davanti alla necessità che lo Stato manifesti la sua presenza per scoraggiare altri Alimuri prossimi venturi, viene in mente la battuta di John Mallory, il dinamitardo del film «giù la testa» di Sergio Leone: «Quando ho cominciato a usare la dinamite, credevo anch’io in tante cose... In tutte. E ho finito per credere solo nella dinamite».
L’edificio
La costruzione del maxialbergo (18 mila metri cubi, 150 stanze) era stata avviata nel 1964, quando i vincoli paesaggistici non c’erano I lavori vennero fermati poco dopo
Da allora il «mostro» è passato di mano tre volte, tra ricorsi al Tar, richieste di sospensive, azioni di risarcimento
La disputa non è chiusa tanto che il giudizio di merito del Tar della Campania potrebbe anche dare ragione alla famiglia proprietaria
La demolizione sarebbe costata 320 mila euro. Una cifra che secondo il sindaco di Vico Equense deve pagare la Sica srl, la società proprietaria