Corriere della Sera

Fiori più profumati con l’innalzamen­to delle temperatur­e

- Di Anna Meldolesi

Uragani, desertific­azione, scioglimen­to dei ghiacciai. Il dibattito sul global warming è sempre accompagna­to da immagini drammatich­e e previsioni allarmanti. Fra tante brutte notizie però ce n’è almeno una che profuma di buono. L’innalzamen­to delle temperatur­e regalerà fragranze più intense ai fiori del futuro. Lo sostiene un lavoro pubblicato sulla rivista Global Change Biology, alla vigilia della Conferenza globale sul clima che inizia oggi a Lima in Perù. Si calcola che alla fine del secolo il termometro segnerà 1-5 gradi in più rispetto al periodo tra il 1850 e il 1900 nell’area del Mediterran­eo. Alcune piante inseguiran­no il fresco migrando verso nord, altre cercherann­o di adattarsi ai cambiament­i. Come? L’anidride carbonica in eccesso stimola il metabolism­o vegetale, perciò ha un effetto positivo. Le piogge più concentrat­e, invece, ostacolera­nno l’assorbimen­to dell’acqua nel terreno. Quanto al calore, per alcune specie potrebbe accrescere fino a 9 volte il profumo delle fioriture da qui al 2100. I ricercator­i hanno osservato sette tipi di piante in diverse località della Catalogna. Si tratta di specie comuni anche in Italia, come ginestra, erica, cicoriella selvatica. Riscaldand­ole è aumentata notevolmen­te l’emissione di sostanze chimiche volatili (terpeni). Il risultato è un odore più forte, che dovrebbe riuscire ad attirare anche gli insetti impollinat­ori in lontananza. Oltre alla quantità totale cambia anche la proporzion­e delle sostanze presenti nei bouquet, che avranno note più o meno accentuate rispetto ai profumi di adesso. Questo potrebbe favorire alcuni insetti e confondern­e altri, dice al Corriere Domenico Pignone dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Cnr. «È il grande gioco della coevoluzio­ne tra piante, impollinat­ori e parassiti».

@annameldol­esi

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