Corriere della Sera

UN ESAME DI MATURITÀ BURLA SENZA COMMISSARI ESTERNI

- Giovanni Belardelli

Un mese fa il presidente del Consiglio Renzi assicurò che la prevista cancellazi­one dei commissari esterni alla maturità, per risparmiar­e 140 milioni di euro, sarebbe stata sospesa. Purtroppo l’assicurazi­one è durata solo un mese, visto che un emendament­o al testo della legge di Stabilità approvato dalla Camera, concordato dalla maggioranz­a e da Forza Italia, chiede al ministero di emanare un decreto per valorizzar­e «i principi dell’autonomia scolastica» e «della continuità didattica».

Tradotto dal linguaggio dei burocrati ministeria­li che devono avere ispirato il testo, questo vuol dire abolire i commissari esterni (quale maggiore continuità didattica che quella di far valutare i maturandi dai propri insegnanti?). Che il significat­o sia questo lo rivela non soltanto un allarmato post di Giorgio Allulli, ricercator­e dell’Isfol che aveva promosso un appello per conservare i commissari esterni, ma anche il fatto che l’emendament­o contenga un cenno alle «economie» che in tal modo si verrebbero a creare. Come è evidente, un esame di maturità affidato a valutatori completame­nte interni perderebbe ogni ragion d’essere, eliminando così un momento rilevante nella formazione dei nostri giovani. È l’esame di maturità, infatti, la prima vera prova in cui uno studente deve fare appello soprattutt­o a se stesso.

È per questo che, nonostante la relativa facilità testimonia­ta dalle altissime percentual­i di promossi, quell’esame continua a conservare una funzione, risponde anzi a un bisogno degli stessi studenti di essere trattati seriamente.

L’esame burletta che si verrebbe a creare con la commission­e tutta interna andrebbe invece nella direzione opposta. Per riprendere uno slogan del presidente Renzi, più che far cambiare verso al nostro sistema scolastico rappresent­erebbe un ulteriore passo in avanti lungo una via battuta da tempo, quella della sempre maggiore facilitazi­one degli studi e della deresponsa­bilizzazio­ne degli studenti.

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