«Sulle orme di Mahler non dimentico l’Italia»
Gatti alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Amsterdam: credo nella vitalità dei nostri teatri, sappiamo fare miracoli
È morto a Roma per una improvvisa malattia Pierluigi Tabasso, inventore di storici programmi radiofonici Rai come «Supersonic» (1972), «Notturno italiano» e, soprattutto, «StereoNotte» nel 1982. La formula della trasmissione era semplice ma rivoluzionaria: sei ore di musica di tutti i generi da mezzanotte fino alle 6 del mattino. Un appuntamento che raggiunse in breve indici di ascolto impensabili per la fascia notturna: una media di 400 mila ascoltatori a notte, quasi un milione all’inizio degli anni 90. StereoNotte resta un punto di riferimento dell’offerta radiofonica di Viale Mazzini. Sabato sera è stata dedicata la puntata al suo storico ideatore.
Due mesi fa la nomina come direttore musicale del Concertgebouw. Qualche settimana dopo Daniele Gatti arriva ad Amsterdam per una serie di concerti fissati da tempo. «Entro in teatro per le prove aspettandomi al massimo qualche stretta di mano e invece vengo accolto da una corale di ottoni. E’ il compleanno di qualcuno? chiedo. No maestro, mi sussurra un musicista, questo è un omaggio per lei. Sono rimasto così sorpreso che, una volta sul podio, non sono riuscito a spiaccicare parola per l’emozione. Ma credo che mi abbiamo capito lo stesso. Un’atmosfera bellissima che mi ha spinto a lavorare subito per il futuro».
Un futuro prossimo, dal 2016 entrerà in carica succedendo a Mariss Jansons, e a lunga prospettiva. Perché alla Royal Congertgebouw, una delle formazioni sinfoniche più prestigiose al mondo, tutti i direttori musicali vengono scelti democraticamente dagli orchestrali e nessuno è mai di passaggio. In 126 anni di storia, solo sei gli eletti.
Gatti è il settimo. Secondo italiano, anzi secondo milanese, dopo Riccardo Chailly, che ad Amsterdam rimase per 16 anni. I concerti di queste sere sono un prologo a quello che verrà. Mahler, Schumann, Berg, Wagner gli autori che Gatti dirigerà fino al 16 dicembre. «Questa orchestra vanta la più lunga tradizione mahleriana. La sua identità musicale si è formata su di lui e sui grandi compositori di area germanica. Sarebbe assurdo voler interrompere queste preziose frequentazioni. Un direttore può solo aggiungere la propria interpretazione. Oltre a questo, io però vorrei dare spazio anche alla musica contemporanea».
Per l’Expo la nostra musica dovrebbe avere una vetrina ideale Pereira ha scelto «Wozzeck» per la chiusura al posto di Verdi
Una nomina prestigiosa, un altro grande del podio che se ne va all’estero. «Non penso di voltare le spalle al mio Paese. Nei prossimi anni conto di tornarci spesso. Ci si lamenta tanto dell’Italia ma altrove le cose non vanno meglio. Negli otto anni passati con l’Orchestre National de France nulla da dire sul rapporto con i musicisti, molto invece sull’apparato burocratico elefantiaco. Con tutte le difficoltà che abbiamo a casa nostra, riusciamo comunque a fare miracoli grazie a una maggiore elasticità. Ma spararci nelle ginocchia è ormai il nostro sport preferito…». Il 2015 sarà un anno di transizione affollato d’impegni: «A febbraio il Requiem di Verdi a Firenze, in Santa Croce, a marzo debutto al Festival di Pasqua di Salisburgo, in aprile a Milano con la Filarmonica della Scala, a maggio Macbeth a Parigi, regia di Martone, a giugno Pélleas et Melisande a Firenze, regia di Daniele Abbado…».
E a ottobre Falstaff alla Scala allestito da Carsen. «Avrebbe dovuto concludere l’Expo. L’idea era di aprire e chiudere con le ultime due opere dei nostri numi della lirica: Turandot di Puccini e Falstaff di Verdi. Entrambe guidate da direttori italiani, Chailly e io. Ma poi Pereira ha deciso diversamente. Per il finale voleva una nuova opera, Fin de partie, che però Kurtàg non ha concluso in tempo. Al suo posto arriverà un Wozzeck, sicuramente interessante ma non rappresentativo di quella cultura musicale italiana che all’Expo dovrebbe trovare la sua vetrina ideale». Sul podio Il maestro Daniele Gatti, 53 anni, è stato eletto direttore musicale alla Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam. Entrerà ufficialmente in carica nel 2016 succedendo a Mariss Jansons