Gavio: so come far ripartire la nostra nautica L’imprenditore che ha rilanciato l’azienda: «Un Salone itinerante, dalla Mostra di Venezia all’Expo»
passaggio del cantiere alla Baglietto Spa, nuova società del gruppo Gavio». Un business da 2,7 miliardi di euro di ricavi. «Sono entrato nella nautica in piena crisi del settore, con manodopera sfiduciata», continua Gavio. Già, i cantieri del gabbiano non erano più quelli dell’Alcyone (il 12 metri che nel ‘32 D’Annunzio ritirò da Baglietto), e neppure quelli del Mas (il Motoscafo Armato Silurante o Motoscafo Anti Sommergibili) commissionato a Baglietto dalla Marina Italiana. E non è un caso se è da quella forte eredità che Gavio ha deciso di partire. Riprendendo le linee, persino i colori delle imbarcazioni militari, per rilanciare con il varo di Monokini 44m (per un armatore israeliano), l’MV13 e il primo 46m dislocante della nuova gamma a firma Francesco Paszkowski Design. «Al momento, sono in costruzione altre sei barche».
Punti di riferimento «Sono entrato in questo business in piena crisi. Ma per i cantieri del gabbiano sono ripartito dalla forte eredità, riprendendo le linee e i colori»
Identikit
Beniamino Gavio, 46 anni, nato a Castelnuovo Scrivia. Presidente, tra l’altro, della Sias - Società iniziative autostradali e servizi, ha acquistato i cantieri storici di Baglietto e Cerri. A sinistra, il nuovo motoscafo Baglietto MV13 che rivisita il celebre Mas
Che ambizioni ha per Baglietto su cui ha scommesso 18 milioni di euro di investimento, oltre ai circa 20 dell’acquisizione iniziale? «Non penso a un maxi cantiere come San Lorenzo o Benetti, credo che produrremo a regime 4-5 barche all’anno: una realtà di nicchia. Ma continuando il dialogo con gli armatori anche dopo la consegna. Penso a un’area attorno ai cantieri dove tirare le barche dei nostri armatori per procedere con le operazioni invernali, e tutta l’assistenza. Insomma, ricreare quel mondo di nautica esclusiva delle origini, curata in modo maniacale».
Già, solcava i mari su un Baglietto l’ultimo re di Spagna, Alfonso XIII, come lo scienziato Guglielmo Marconi. Ma i tempi sono cambiati, anche dal boom della nautica del Duemila. «Infatti, in Italia è una guerra di prezzi al ribasso, permute... e gli armatori da conquistare oggi sono negli Usa o nel Golfo e iniziamo ad avere contatti con i cinesi». A proposito di Cina, i cinesi di Shig-Weichai, hanno preso Ferretti e... la nautica è ancora in saldo. Nuovo shopping in vista? «Non è tempo di strapagare alcunché, se c’è l’occasione però... per esempio potrebbe aver senso un pensiero sui Cantieri di Pisa, per diversificare nella vetroresina. Di progetti in mente ne ho almeno un paio. Come una linea di barche piccole, 12-13 metri, per aiutare il brand sul mercato Usa. E sono tentato anche dal tornare a realizzare delle barche a vela. Avrei qualche idea anche per rilanciare l’idea di salone nautico italiano», continua Gavio. Per esempio? «Un salone itinerante, magari biennale: ora a La Spezia, o Taormina, domani a Venezia... e porterei la nautica anche a Milano, in tempo per l’Expo».