Giuseppe Costarella
Mi permetto di dissentire da Renzi (che proclama eroi gli imprenditori) e dalla Camusso (gli eroi sono i lavoratori). In tempi di crisi sono eroi i milioni di disoccupati e di pensionati che per sopravvivere debbono affidarsi alla carità o rovistare tra i rifiuti. nessuna penalizzazione, ma solo un parziale riequilibrio. Negli atti della riforma vi sono invece norme che riconoscono l’autonomia tecnicoscientifica di tutti gli istituti della cultura, li dotano di una apposita Direzione generale centrale, aumentano i poteri dei direttori (siano essi funzionari o dirigenti). Sono stati mantenuti tutti gli istituti centrali. Si sono tutelate le rispettive specificità. La direzione delle biblioteche sarà perciò affidata agli stessi bravi, anzi bravissimi, funzionari bibliotecari che fino a oggi hanno retto la maggior parte delle 46 biblioteche statali. Funzionari che è mia intenzione valorizzare, così da non pregiudicare alcun percorso di carriera. Il rango di uffici periferici del Ministero è quello che le biblioteche hanno sempre avuto; anzi, la riforma le sottrae al rapporto gerarchico con le Direzioni regionali e le riconduce direttamente alla Direzione generale Biblioteche. I «vari» accorpamenti denunciati, se e ove avverranno, saranno compiuti esclusivamente per migliorare la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale e in coerenza con ragioni di carattere storico, artistico, architettonico o culturale. L’eventuale creazione di «poli bibliotecari» potrà avvenire solo se utile a migliorare l’andamento
Soverato degli istituti. Perché, dunque, il funzionario bibliotecario direttore della Biblioteca Braidense (ossia «del Palazzo di Brera»), nominato dal Direttore generale Biblioteche, dovrebbe sentirsi «svilito» dall’essere collegato a un istituto ora dotato di autonomia speciale come la Pinacoteca di Brera, che avrà un direttore selezionato con un concorso internazionale, quando fino a oggi il direttore-dirigente della medesima biblioteca doveva rispondere a un Direttore regionale «generalista»? E la messa a sistema di archivi, biblioteche e musei, attentamente valutata caso per caso, non dovrebbe contribuire proprio a far conoscere e capire meglio il nostro patrimonio? Dall’inizio del mio incarico ho deciso di investire sugli istituti della cultura, in particolare su archivi e biblioteche, destinandovi 50 giovani tirocinanti e seri programmi formativi. So bene quanto siano importanti questi settori per il Paese e costante sarà il mio impegno per portarvi nuove risorse umane e finanziarie. E mi rifiuto di accettare che tutto ciò possa essere ignorato per questioni legate solamente al numero di posizioni dirigenziali.