Corriere della Sera

L’Inter cambia pelle e gioca a calcio ma la Roma è ancora irraggiung­ibile

All’Olimpico sei gol e spettacolo, i gialloross­i chiudono i conti nella ripresa con Pjanic

- SERIE A SERIE A Fabio Monti

Un gol di Busquets all’ultimo secondo dopo una mega mischia in area regala al Barcellona il successo sul campo del Valencia (1-0) e riporta i blaugrana a -2 dalla capolista Real Madrid. II Manchester City, prossimo avversario della Roma in Champions, vince 3-0 sul campo del Southampto­n di Pellé, lo scavalca in classifica e si porta al 2° posto a -6 dal Chelsea di Mourinho. Il Tottenham batte 2-1 in rimonta l’Everton. In Germania continua l’incubo del Borussia Dortmund che perde 2-0 contro l’Eintracht (ottava sconfitta su 13 gare) e chiude la graduatori­a di Bundesliga con un ritardo di 22 punti dalla capolista Bayern Monaco.

È sempre una Grande Roma, ma è un’Inter diversa. Questo ha detto la sfida dell’Olimpico, vinta dai gialloross­i (settimo successo consecutiv­o in casa) non senza soffrire, che ha offerto divertimen­to, buon calcio e anche sei gol. La squadra di Garcia è andata in campo dopoché il gol di Pirlo l’aveva piazzata a sei punti di distacco, ma ha dimostrato di avere forza e personalit­à per tenere il passo dei bianconeri, pur avendo trovato un’Inter completame­nte diversa dalla squadra involuta e senza prospettiv­e di gioco che si era vista negli ultimi due mesi, prima che Thohir decidesse il cambio di allenatore.

Il primo tempo ha confermato la maggior qualità della Roma, che ha offerto momenti di spettacolo soprattutt­o sull’asse di destra Maicon-Ljajic,

Doppia risposta I nerazzurri rispondono per due volte con Ranocchia e Osvaldo al vantaggio gialloross­o

con Gervinho che, quando ha innestato il turbo con le progressio­ni centrali, ha fatto vedere le streghe ai nerazzurri. L’azione della Roma è apparsa addirittur­a travolgent­e in alcune circostanz­e e bellissima da vedere per come la squadra ha saputo aprirsi e distenders­i in velocità, come quegli sprinter che trasforman­o il rettilineo dei 200 metri in un capolavoro.

Ma il merito di Mancini, che ha puntato sul 4-2-3-1, in una fase ancora sperimenta­le della sua esperienza nerazzurra, è stato quello di tenere fede a quanto aveva detto alla vigilia: possiamo anche perdere, ma dobbiamo giocare. L’Inter nel primo tempo ha giocato a calcio, con tutte le imperfezio­ni struttural­i che la accompagna­no dall’inizio della stagione, ma anche con coraggio, geometrie interessan­ti e con un possesso palla non più fine a se stesso, ma sempre orientato all’idea di far male all’avversario.

Ha subito il gol di Gervinho dopo 21’, ha rischiato di prenderne altri due o tre (e uno di Gervinho è stato annullato per evidente fuorigioco), con Ranocchia e Medel che hanno salvato due situazioni complicati­ssime, perché la squadra non ha uomini veloci a parte Juan Jesus, ma ha sempre reagito: subito dopo il gol, Kuzmanovic Illusione Ranocchia, 26 anni, segna di testa il gol del momentaneo pareggio dell’Inter (Action Images) ha costretto De Sanctis a volare nell’angolo e al 36’ Ranocchia è volato più in alto di Maicon e Astori sull’angolo per mettere il pallone in rete. Primo gol subito dalla Roma all’Olimpico in sette giornate di campionato. E l’Inter ha addirittur­a finito il tempo all’attacco.

La Roma è tornata avanti dopo 100 secondi della ripresa con una percussion­e impression­ante di Cholevas, che ha lasciato sul posto Campagnaro e Ranocchia (già ammonito), ha bruciato Juan Jesus e ha concluso con un sinistro incrociato perfetto. Un’azione fotocopia di quella di Peres nel derby di Torino.

L’Inter ha alzato ancora la linea di difesa rischiando molto, ma non ha smesso di giocare: Osvaldo ha tentato di agguantare il pareggio in rovesciata e ha firmato il 2-2 con un tiro deviato da Astori. I nerazzurri, invece di congelare la partita, hanno ridato campo alla Roma, che è tornata avanti nel giro di tre minuti: l’alto magistero calcistico di Totti nella ripresa si è concretizz­ata nell’assist da terra per il destro del 3-2 di Pjanic. Qui l’Inter ha protestato per un contrasto Cholevas-Guarin e Mazzoleni non ha trovato niente di meglio che espellere Mancini (chissà che cosa avrà mai detto), giusto per confermare che gli arbitri italiani riescono sempre ad essere i peggiori in campo.

Pjanic nel recupero, dopo due occasioni sprecate da Iturbe, ha messo il sigillo sui tre punti gialloross­i con una punizione perfetta. Fra il terzo e il quarto gol romanista, l’Inter ha cercato in tutti i modi di agguantare il 3-3, ma sono mancate lucidità e precisione, e ora i nerazzurri sono scivolati nella parte destra della classifica. Qualcuno dovrebbe chiedersi perché e regolarsi di conseguenz­a.

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