Guerriglia con morto Scontri organizzati con WhatsApp e sms
Prima di Atletico-Deportivo, tifoso pestato e buttato nel fiume
All’incontro tra Atletico Madrid e Deportivo La Coruña mancano tre ore, eppure quasi duecento tifosi stanno già marciando gli uni contro gli altri. Non è per un caso né per un errore arbitrale. È un vero e proprio appuntamento. Preso con sms e WhatsApp. Da almeno una settimana, sui forum calcistici on line si parlava di questo speciale pre partita. Accanto alle ultime notizie sulle condizioni dei calciatori comparivano parole come battaglia, sfida, coltelli. La polizia e le società calcistiche, incredibilmente, non si sono accorte di nulla. La partita è rimasta classificata come «a basso rischio» e per questo gli agenti si faranno vedere solo due ore prima del calcio d’inizio.
È domenica e la capitale spagnola è ancora addormentata. Di fronte ci sono i gruppi più
Sotto scorta Poliziotti a cavallo scortano i tifosi del Depor (Reuters) caldi dei «Riazor Blues» in arrivo dalla Galizia e quelli di casa del «Frente Atletico». I primi sedicenti di sinistra, i secondi di destra. A loro si sono aggiunti rinforzi politici di altre tifoserie. Così, alle 8.30, senza un solo agente in circolazione, i due piccoli eserciti stanno già picchiandosi nel grande parco sotto lo stadio Calderon. Bottiglie, coltelli, tirapugni, bastoni non bastano. Nella colossale rissa vengono devastati i bar che si affacciano sul verde: le sedie usate come violenti avevano trovato una copertura collettiva nello sport». Pochi mesi e i manifestini di reclutamento erano riapparsi sui muri di La Coruña. Nel 2000 l’asta di una bandiera lanciata dal loro settore aveva ferito il portiere del Milan Abbiati.
«Il pallone non c’entra — ha detto l’allenatore dell’Atletico Madrid, il bravissimo Diego Simeone —, è una questione sociale». Il «giochetto» è sfuggito di mano un’altra volta. Negli scontri avvenuti in mattinata si è registrato il bilancio di 1 morto, 12 feriti, 24 arresti e 30 identificati in attesa di fermo