Corriere della Sera

L’Italia frena, ma lo spread è ai minimi

Istat: nel terzo trimestre Prodotto interno lordo giù dello 0,5% Il differenzi­ale con i titoli tedeschi scende a quota 129 punti

- Mario Sensini

L’economia continua a rallentare, e nonostante gli interessi sui titoli di Stato decennali abbiano raggiunto ieri il loro minimo storico, appena un filo sopra il 2%, e il differenzi­ale con i titoli tedeschi sia sceso a quota 129, livello più basso dal 2011, il governo è preoccupat­o. Il prodotto interno lordo del terzo trimestre, secondo i dati aggiornati dell’Istat, è in calo dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2013. Tra luglio e settembre la flessione è stata dello 0,1% sui tre mesi precedenti, ma per quest’anno la caduta del prodotto già acquisita è dello 0,4%. Per non scivolare più giù occorrereb­be un segno positivo nel quarto trimestre dell’anno, mentre il governo vede più realistica­mente una crescita nulla. E torna a chiedere all’Unione Europea di darsi una mossa.

«L’Unione o cambia verso in direzione economica, oppure rischia di diventare la Cenerentol­a del mondo» ha detto ieri il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non del tutto soddisfatt­o di come sta prendendo corpo il piano di investimen­ti straordina­rio da 300 miliardi

La lettera dei ministri Germania, Francia e Italia chiedono alla Ue una normativa contro l’elusione fiscale

promesso dal nuovo presidente della Commission­e, JeanClaude Juncker. «Va nella direzione giusta come metodo, ma va rafforzato e incoraggia­to. C’è ancora un po’ di timidezza nell’affrontare la sfida degli investimen­ti», ha detto Renzi, sollecitan­do all’Europa flessibili­tà. La stessa, ha detto il premier, che ha consentito a Parigi e Berlino di evitare le multe nel 2003. «Mi colpisce il fatto che l’Italia non possa spendere i soldi europei perché la quota del cofinanzia­mento nazionale ci farebbe superare il tetto del 3% stabilito nel ‘92, quando c’era un altro mondo» ha detto Renzi, secondo il quale «l’Europa non può diventare un terreno di scontro tra ragionieri dello zero virgola. Siamo a un bivio cruciale. C’è una stagnazion­e economica e ancor di più ideale, che spinge i movimenti antieurope­isti».

Anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è preoccupat­o, e chiede alla Ue di reagire. «La ripresa è ancora debole e la dinamica dei prezzi ci fa ballare pericolosa­mente sul sentiero di una possibile deflazione». C’è bisogno di investimen­ti, flessibili­tà, e secondo Padoan, di più integrazio­ne in Europa, anche in campo fiscale. Proprio ieri il ministro dell’Economia, insieme ai suoi colleghi di Francia e Germania, ha chiesto alla Ue una nuova direttiva contro l’erosione delle basi imponibili fiscali. Mentre Renzi ha avuto un colloquio telefonico con Donald Tusk, nuovo presidente del Consiglio Ue, in vista del vertice del 18-19 dicembre, da cui si attende l’avvio di un piano di rilancio. I conti pubblici italiani, nel frattempo, e nonostante la crisi, sembrano tenere. Nei primi undici mesi il fabbisogno, pari a 81,9 miliardi, è sceso di 13,5 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2013. Male invece ieri le borse, con Milano maglia nera in Europa (-1,6%).

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy