L’Abi ora è più ottimista: primi segnali sui prestiti, aumentano quelli piccoli
Il segnale è lieve, quasi impercettibile. Ma è importante, perché è la prima volta, dopo l’avvio della crisi e, con essa, anche della progressiva restrizione al credito, che i prestiti alle piccole imprese aumentano. A segnalarlo è l’Abi che ha messo sotto al riflettore tutti i dati più recenti dell’attività bancaria. Nei primi 10 mesi dell’anno, riferiscono gli esperti dell’Associazione tra le banche, i nuovi finanziamenti fino a 1 milione, che sono quelli più chiesti dalle aziende di minore dimensione, sono tornati positivi per lo 0,2% rispetto allo stesso periodo 2013. E’ una percentuale piccola ma volendo essere ottimisti, potrebbe significare l’inizio di un nuovo corso dei prestiti la cui dinamica resta comunque, complessivamente, negativa.
A mostrare un segno di ripresa, questa volta invece chiaro e consistente, sono i nuovi mutui per l’acquisto della casa aumentati, tra gennaio e ottobre, dopo quasi due anni di stasi, del 30,5% a 20,16 miliardi di euro, conclusi nel 79% dei casi con la formula delle rate variabili ad un tasso medio del 2,70% che accorcia le distanze con quello applicato nell’area dell’euro, pari al 2,51%. «C’è uno sforzo in atto da parte delle banche» ha detto il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, aggiungendo che pure se «la crisi è un serpente che prima di essere ucciso sferra colpi con la lunga coda», anche «altre associazioni imprenditoriali vedono come l’Abi segnali di ripresa nel 2015». E poi sul rilancio dei prestiti all’economia dovrebbero influire positivamente anche i finanziamenti erogati dalla Bce a tassi bassissimi nell’ambito del programma Tltro, di cui si avvicina la seconda tranche, prevista per l’11 dicembre. «Penso che le banche italiane risponderanno in modo forte e compatto, come in ottobre, esaurendo il plafond a loro disposizione» ha aggiunto Patuelli.