Corriere della Sera

I 5 Stelle frenano sulle espulsioni E si riparla di dialogo col Pd

- Emanuele Buzzi

Tornare a parlare di politica per accantonar­e le divisioni interne e provare a guardare avanti: l’assemblea congiunta dei Cinque Stelle in programma giovedì vuole essere un nuovo punto di partenza. Tra l’ala critica e i fedelissim­i prevale, per ora, l’attesa e la paura che una scissione finirebbe per creare danni a entrambi i gruppi. Ecco allora che all’ordine del giorno della riunione si aggiungono la strategia politica su Consulta, riforme e presidente della Repubblica; oltre alla presentazi­one del direttorio (con tanto di definizion­e del ruolo) e alla questione rendiconta­zioni. Il futuro del Colle, soprattutt­o, sembra essere al centro del dibattito pentastell­ato: possibile, questa volta, che agli utenti del blog vengano indicati già una lista di nomi tra cui scegliere. E anche una sponda con i democratic­i, sulla scia di quella che ha permesso l’elezione di Silvana Sciarra alla Consulta e Alessio Zaccaria al Csm, non viene esclusa. «Al M5s non interessan­o aperture generiche: se il Pd dovesse mai aprire al “metodo” cinquestel­le per l’elezione del capo dello Stato — spiega Danilo Toninelli — sappia che dovrebbe dire subito su chi. E molto prima dell’apertura delle urne». Comunque è sul casoscontr­ini che si registrano i principali segni di disgelo tra i parlamenta­ri. Ieri tre deputati finiti nella «lista nera» (Paolo Bernini, Patrizia Terzoni, Walter Rizzetto) hanno aggiornato il loro profilo sul portale Tirendicon­to.it. Anche il capogruppo alla Camera Andrea Cecconi esclude nuovi strappi: «Non voglio sentir parlare di espulsioni». I malumori, però continuano a essere più o meno latenti. E non solo a Montecitor­io. Al Senato, dopo le criticità e i disappunti evidenziat­i (e più o meno emersi) da Francesco Molinari e Giuseppe Vacciano, ieri ha preso posizione Elena Fattori. «Confermo la mia più assoluta contrariet­à a modalità di espulsione non conformi al regolament­o come confermo l’aspirazion­e a modalità di democrazia diretta reali», ha ribadito la senatrice. Proprio l’ultimo degli espulsi, Massimo Artini, è stato protagonis­ta della puntata di Piazzapuli­ta su La7: nei servizi proposti dalla trasmissio­ne anche una telefonata privata durante la quale il presidente del gruppo alla Camera Alessio Villarosa si è schierato contro l’addio del deputato. Federico Pizzarotti, in collegamen­to da Parma, ha invece criticato le modalità di scelta del direttorio («credo che andasse condiviso»), ha esortato a un cambio di passo («i parlamenta­ri 5 Stelle devono prendere in mano la situazione»), ma anche ribadito la sua volontà di rimanere nel Movimento: «Penso di essere nel luogo giusto, di non andare da nessuna parte».

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