«Medici, non fermate la campagna» L’appello dell’Agenzia del farmaco. Interrompere la prevenzione è più pericoloso
della «balcanizzazione» della sanità italiana. Sembra che si sia verificato un singolare siparietto tra il responsabile medico della struttura e il numero uno dell’Aifa. Il primo avrebbe ricordato che la Regione Lazio ha sospeso la campagna di vaccinazione anti influenzale e che quindi quelle punture non si potevano effettuare. E questo di fronte al numero uno dell’Aifa. Le vaccinazioni sono poi state effettuate. Le inchieste finora avviate da diverse Procure italiane in seguito alle morti sospette
Quindi si continui a proporre il vaccino e a praticarlo in piena fiducia. E a segnalare i casi sospetti, ma con l’accortezza di una valutazione approfondita. Che cosa significa? Che a parte lo choc anafilattico (reazione immediata al vaccino) e a parte una contaminazione del prodotto in fase di fabbricazione (che sarebbe stata esclusa dalle analisi sui primi lotti sospesi), un vaccino comincia ad avere efficacia (e quindi effetti) sull’organismo dopo 10-15 giorni dalla somministrazione. Nel momento in cui muore un’ottantenne cardiopatico, quindi, pensare al vaccino appena fatto come causa non sembra proprio corretto. Occorre valutare la sua pressione, il livello di colesterolo, se aveva appena bevuto un caffè, se prendeva i farmaci correttamente. E c’è da considerare anche la morte come semplice evento naturale in un malato.
Poi i tempi di segnalazione, un decesso del 6 novembre è stato segnalato solo ieri. Infine, una riflessione: già un milione di dosi di Fluad sono state somministrate in Italia per questa campagna vaccinale. Quanti morti dovrebbero esserci se la causa fosse il vaccino? E quanti nel mondo? Finora non ne risulta nessuna nonostante i milioni di dosi.
E qui subentra anche la vaccinofobia diffusa, che si alimenta in queste occasioni, grazie anche a una controinformazione più efficace della corretta informazione.