Caso Ilva all’esame del governo E Gnudi candida Fintecna
febbraio. Sempre Cimbri ha precisato che alla fine la quota della holding Finsoe in Ugf scenderà dal 50,7% al 31,4%, percentuale che corrisponde già oggi alla partecipazione votante visto che la holding delle coop non ha in portafoglio titoli privilegiati. La notizia della conversione, non messa in conto dal mercato, è stata seguita da un calo del titolo ordinario Ugf del 5,28% mentre le privilegiate hanno guadagnato l’1,68%.
Finsoe ha poi annunciato ieri di aver «avviato uno studio di fattibilità sulle eventuali modalità di scioglimento» della società e la definizione di un patto fra gli stessi azionisti. In teoria il «peso» delle cooperative socie potrebbe aumentare visto che alcune, come Adriatica, Estense e Nova, fra i maggiori azionisti di Finsoe, detengono anche titoli privilegiati. Da stime il patto alla fine potrebbe vincolare fra il 31 e il 44% di Ugf: bisognerà dunque valutare con attenzione l’ipotesi Opa. Il prossimo passo sarà la nomina
Grande soddisfazione per l’intervento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che è servito ad ampliare le scelte possibili sull’Ilva di Taranto aprendo alla possibilità di un intervento pubblico per il risanamento e rilancio della società, ma l’opzione principale resta la vendita ai privati. Ieri il commissario straordinario dell’Ilva, Piero Gnudi, ha fatto sapere di mantenere piena apertura nei confronti delle proposte dei candidati all’acquisto del gruppo, che significa essere pronto a rivedere il giudizio negativo se risulteranno accettabili. La disponibilità è stata confermata sia nei confronti di ArcelorMittal e dell’alleato Marcegaglia, sia della cordata che sta cercando di organizzare Giovanni Arvedi. Nel primo caso è previsto un nuovo incontro con lo stesso Gnudi che, molto probabilmente, si terrà a metà settimana.
Sempre nei prossimi giorni si terrà la riunione tra Gnudi, i ministri interessati al caso Ilva e la presidenza del Consiglio che servirà a decidere tempi e metodi dell’eventuale intervento pubblico. L’operazione, secondo lo schema all’ordine del giorno, passerà dalla Fintecna, controllata al 100 per cento dalla Cassa depositi e prestiti. La premessa è l’entrata dell’Ilva in amministrazione straordinaria secondo la Legge Marzano che, tuttavia, richiede una modifica legislativa perché attualmente l’accesso a tale procedura è possibile soltanto per la ristrutturazione industriale di grandi imprese in stato d’insolvenza. E l’Ilva non lo è. La modifica legislativa avverrà con un decreto specifico oppure, più probabilmente, con un emendamento alla legge di Stabilità. Ieri intanto sul caso Ilva è intervenuto l’amministratore delegato di Cdp, Giovanni Gorno Tempini: «Il settore è importante e lo stiamo studiando con grande attenzione», ha detto, aggiungendo una seconda battuta: «Noi sappiano fino dove possiamo arrivare e sulla base di quello facciamo i nostri compiti».