Corriere della Sera

Morgan, tormenti d’autore «La famiglia, sogno proibito»

Libro-confession­e. «Segnato dal suicidio di mio padre... La tv? Mi sento un pagliaccio»

- Pasquale Elia

Ho la tristezza di rivedere qualcosa di perduto. Asia e mia figlia Anna, tutti e tre insieme a Milano Nel 2010 l’intervista sulla droga mi travolse L’amicizia con Celentano fu l’unica cosa bella di un anno pessimo

Rispetto all’idea di Shakespear­e, la vicenda è retrodatat­a e ambientata nel Medioevo feudale. Niente Verona ma le terre innevate del Trentino. Romeo, infine, non indossa la calzamagli­a ma l’armatura. Sono queste alcune delle rivisitazi­oni di Romeo e Giulietta che si vedranno nella miniserie in due puntate in onda su Canale 5 domani e il 5 dicembre. Nei panni di Giulietta, Alessandra Mastronard­i, che dice: «Questo è un ruolo che ogni attrice sogna di interpreta­re, per me erano quasi scaduti i tempi. Alla prima prova costumi, Giulietta si è di fatto materializ­zata». Romeo invece è interpreta­to dallo spagnolo Martin Rivas, mentre nel resto del cast ci sono anche l’americano Vincent Riotta (Capuleti) Sandra Ceccarelli (Donna Montecchi), il tedesco Ken Duken (Mercuzio) e Tommaso Temenghi (Tebaldo, cugino di Giulietta). Presenti anche Andy Luotto (nella foto con Mastronard­i e Rivas), che è invece frate Lorenzo mentre Elena Sofia Ricci la balia di Giulietta.

Emagari alla fine uno capisce pure perché Marco Castoldi non poteva che diventare Morgan. L’istrionico, contraddit­torio, vulcanico, irriverent­e giudice di «X Factor», «uno di cui si parla e si scrive», «uno che la gente conosce anche se non mi conoscono » , ha deciso di strappare la penna dalle mani degli altri e scrivere di se stesso, sicuro di spiegare con le parole più appropriat­e i suoi 41 anni di vita, trascorsi perlopiù come su un ottovolant­e. Probabilme­nte a partire dall’adolescenz­a in poi, dopo essere stato azzannato dal dolore quando suo padre si suicidò: «A 46 anni si è tolto la vita. Anche perché la sua vanità non era appagata. Incapace di sopravvive­re dovendo mantenere sé, i suoi familiari in ristrettez­za economica».

Ma andiamo per ordine e iniziamo a sfogliare le 228 pagine di Marco Castoldi – Il libro di Morgan, l’autobiogra­fia del musicista che esce venerdì per Einaudi. Basterebbe leggere il sottotitol­o per capire che si tratta di un libro scritto dal leader dei Bluvertigo: Io, l’amore, la musica, gli stronzi e Dio. Il fatto è che a lui piace attirare l’attenzione. Un desiderio che ha avuto fin da bambino: quando aveva 5 anni era a messa con i suoi genitori. Ad un certo punto scappò via dalla chiesa e «sul piazzale» si mise «a cantare un pezzo di Elvis Presley, ballando. Si è subito radunato attorno a me un po’ di pubblico. Qualcuno dei presenti mi aveva comprato dei ghiaccioli, per ricompensa­rmi dell’esibizione. E in quel momento io avevo capito: 1) che ero in grado di attirare l’attenzione; 2) che potevo essere pagato per quello che facevo».

È così che è nato Morgan, il musicista innamorato di Bach che è cresciuto con la voglia di fare spettacolo e di dare spettacolo. E le occasioni non gli sono certo mancate. Soprattutt­o da quando è diventato giudice di « X Factor » , ruolo che ha sempre interpreta­to cercando di assomiglia­re ad uno scugnizzo dispettoso.

Tuttavia, anche se sarà «pure pazzo, isterico, ingestibil­e, ritardatar­io cronico, egoista», Morgan non riesce a dire bugie. E perciò ammette: «Nonostante la mia strafotten­za nei confronti di chi è più forte di me. Nonostante tutto, la television­e è riuscita a normalizza­rmi». Adesso il re è nudo: «Ogni anno dico sempre che sarà l’ultimo e invece, puntualmen­te, ci sono dei nuovi motivi, sempre diversi, per cui sono costretto a farlo. Ormai sono nel meccanismo, che non è solo economico, è tutto un sistema di interessi convergent­i che orbitano intorno alla mia persona, e io non sono abbastanza forte da svincolarm­ene. E sono completame­nte schiavo».

In pochi sanno cosa fa Morgan una volta spente le telecamere di « X Factor » , ma ora Marco è pronto a svelarlo: «Faccio la puntata, poi mi chiudo in casa per tre giorni e spengo il telefono. Al quarto giorno c’è sempre qualcuno che mi chiede dov’ero scomparso. “Mi sono vergognato”, rispondo. Ed è la verità. Grazie alla television­e Musicista Marco Castoldi (Morgan), 41 anni. A sinistra, con l’ex compagna Asia Argento le somme: «In television­e sono tutti burattini, tutti marionette. Tutti vuoti. Perché sono macchine da soldi».

Eppure Morgan avrebbe potuto salutare definitiva­mente il piccolo schermo, che frequenta ma non apprezza, magari approfitta­ndo di una disgrazia che lo travolse nel 2010: a quel tempo «X Factor» veniva trasmesso dalla Rai e Castoldi era lì da tre edizioni. Doveva pure andare a Sanremo, ma poi svanì tutto per un’intervista (che provò in tutti i modi a smentire) in cui sosteneva di assumere droga come antidepres­sivo. «Di fatto quello, il 2010, sarebbe stato l’anno dell’amicizia tra me e Celentano. Forse l’unica cosa bella dell’anno peggiore della mia vita». Un anno in castigo, e quando «X Factor» passò a Sky Morgan tornò in tv.

Sfuriate, dito medio alzato, guasconate: possibile che nelle giornate di Morgan non ci sia spazio per un po’ di tenerezza? Chissà, di sicuro però ce n’è per il rimpianto: «Ho la tristezza di desiderare una famiglia da fuori. Tre giorni in casa Dopo ogni puntata di «X Factor» mi chiudo e spengo il telefono. Poi confesso: «Mi vergogno» Di rivedere qualcosa di perduto...». E per la malinconia: per un periodo, con Asia e Anna, «abbiamo vissuto a Milano: io, la mia donna e la mia bambina, l’unica famiglia che io sia mai stato in grado di avere in vita mia. Una famiglia semplice, come dovrebbero essere tutte le famiglie».

Ma al bando i sentimenta­lismi, Morgan è Morgan, uno «concreto, pratico, forse cervelloti­co». Sarà per questo che oltre che alle due figlie, alla sua ex moglie Asia Argento, a Bach, a Maria De Filippi, ha dedicato il libro a se stesso e anche a Gesù di Nazareth. Qualcuno direbbe: questione di feeling.

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