Lo sponsor Contratto rossonero rinnovato Il mercato del Milan trova 100 milioni
La frase che tutti i tifosi del Milan vogliono sentirsi dire è che il rinnovo dell’accordo di sponsorizzazione firmato con Emirates per cinque anni «sarà di grande aiuto per le prossime campagne di mercato e per il futuro del Milan», una squadra che, «come obiettivo naturale, ha quello di tornare il prima possibile in Champions». L’ad Barbara Berlusconi («emozionata per la prima trattativa seguita e conclusa personalmente») la pronuncia in piena conferenza stampa, con al fianco il ceo di Emirates Tim Clark, accendendo un certo entusiasmo nell’ambiente (i due poi sono andati a pranzo ad Arcore, da Silvio Berlusconi).
Sperando che nessuno si offenda, si potrebbe dire che Barbara, che si occupa della parte
I due obiettivi «E ora il nostro stadio» Parte la battaglia per la tecnologia: Galliani scrive alla Figc
le stagioni per cui sarà in vigore il contratto con Emirates: dal 1° luglio 2015 al 1° luglio 2020 il minimo garantito è di poco più di 80 milioni, 16 all’anno (prima era attorno ai 60), che diventerà il più tondo 100 se si includono i bonus, legati però a certi risultati da raggiungere. «È normale in questi contratti: migliori risultati si otterranno, maggiori risorse arriveranno», spiega Lady B.
La notizia migliore per i tifosi allora è forse che, nonostante gli scarsi risultati dell’ultima stagione, il Milan continua ad attrarre investimenti dall’estero. «Il Milan ha 370 milioni di tifosi nel mondo e la serie A resta il terzo campionato più visto dopo Premier League e Liga. Va detto che gli altri campionati sono sostenuti dalle Leghe, cosa che non sempre avviene in Italia» è la puntura di Barbara che Galliani di sicuro non condivide. Comunque, forte dell’appeal internazionale, il Milan può, con una certa serenità, pianificare il suo futuro. Che, prima o poi, sarà lontano da San Siro. «Ritengo che per una società come il Milan lo stadio di proprietà sia un passaggio fondamentale — continua Barbara —. Amiamo San Siro, cui ci legano ricordi bellissimi, ma il calcio si sta Contratto Tim Clark, presidente e ceo di Emirates, con Barbara Berlusconi durante la conferenza stampa per il rinnovo della sponsorizzazione (Ansa) evolvendo rapidamente. Il nostro desiderio è poter annunciare a breve un passaggio di questo tipo. Ma in Italia non è semplice, ci vorrà un lungo lavoro, sarebbe un sogno farlo con Emirates».
La compagnia area di Dubai che, nel 2004, ha acquistato i diritti per dare il nome allo stadio dell’Arsenal, non esclude un’operazione simile. «Tutto è possibile, l’esperienza con l’Arsenal è di grande successo. Se ci sarà una gara d’appalto anche Emirates sarà fra gli offerenti», aggiunge Clark. Sempre che Silvio Berlusconi sia d’accordo sull’intestare lo stadio di proprietà a uno sponsor: preferirebbe, infatti, metterci il proprio nome. Barbara è comunque chiara: restare in un San Siro pur rinnovato (opzione che, si dice, trova più favori dentro Fininvest) «non rientra nei nostri obiettivi».
Vedremo: quello dello stadio resta per forze di cose un obiettivo a lungo termine. Comincia invece subito oggi la battaglia per l’introduzione della tecnologia (che il numero 1 dell’Aia Marcello Nicchi boccia come «soldi sprecati»). «Tutto il club è allineato su questo» annuncia Barbara. E oggi Galliani invierà una lettera al consiglio federale, l’organo che dovrebbe approvare l’innovazione. Il presidente Figc Carlo Tavecchio ha già mostrato tutta la sua apertura («È del 9 ottobre — spiega — la disponibilità manifestata alla Fifa per l’utilizzo della goal line technology»), mentre il presidente del Coni Giovanni Malagò va oltre: «Io sono anche per la moviola in campo». Il problema sono i soldi, la Figc ne ha pochissimi da spendere.