Corriere della Sera

La Samp sogna a lungo ma spreca l’occasione Rimonta finale del Napoli

Gol di Eder, gli azzurri in 10 pareggiano al 92’ con Zapata

- DAL NOSTRO INVIATO Sampdoria Napoli 1 1

Dentro Marassi non vince nessuno, fuori in città esulta il popolo del Genoa che rimane terzo con gli amici gemellati del Napoli, un punto avanti alla Sampdoria. Succede dopo un 1-1 emozionant­e, che la squadra di Benitez ha acchiappat­o al 92’ quando era in 10 e ormai il Doria si leccava i baffi per il gran gol di Eder. Ma un vuoto di concentraz­ione a un sospiro dal traguardo ha aperto la strada a Zapata, che è arrivato dove Higuain aveva provato ad arrivare senza riuscirci per tutto il match sognando invano di eguagliare Maradona, in gol per 6 partite di fila nel 1987-88: zuccata da due passi, gol e tutto da rifare in quella lotta per il posto Champions che, se continua così, durerà fino all’ultimo secondo dell’ultimo giornata.

Mihajlovic ha rinunciato al tridente giocandosi Soriano dietro le due punte Eder e Okaka, Benitez ha alzato Ghoulam, un terzino, sulla linea dei trequartis­ti dietro Higuain. Segnali di prudenza nell’ipotesi, poi avveratasi, di una partita piena di spigoli.

La Samp si è subito incartata nel giocare palla a Okaka spalle alla porta, decentrato, depotenzia­to, impegnato in una vischiosa lotta greco- romana con Koulibaly e Britos. Il Napoli ha provato qualche ripartenza ma senza troppa forza, con Hamsik e Callejon poco incisivi e la mediana mai a sostegno. Il meglio ottenuto dalla Samp sono state così alcune mischie in area napoletana e un gol giustament­e annullato per fuorigioco a Eder. Migliore è stato il meglio del Napoli, con due sprazzi di Higuain: un colpo di testa sbilanciat­o fuori e un tentativo in corsa con dribbling su Romero sgonfiato all’ultimo da un’uscita straordina­ria del portiere argentino applaudita da Marassi come fosse un gol. Per di più, però, è stato uno primo tempo di scontro a centrocamp­o, pressing, squadre corte incollate l’una sull’altra, tackle senza risparmio, clangori di lotta che hanno increspato ogni tentativo di manovra ampia.

Da queste sabbie mobili di solito si esce con la mossa matta dell’eversore che si ribella al sistema. È quello che ha fatto Eder al 12’ della ripresa con una giocata perfetta, finalmente la Illusione Il gol del vantaggio doriano firmato da Eder; poi nel finale arriverà il pareggio di Zapata (Pegaso) linearità dentro il caos: ha messo giù una palla al limite, si è girato e ha fiondato basso nell’angolo. Bravissimo lui, negativi i tre che lo circondava­no (Albiol, David Lopez e Koulibaly) e forse anche Rafael in porta. Era quello che serviva per stappare la bottiglia. Benitez

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