Corriere della Sera

Caos Ncd, la minaccia di De Girolamo e Sacconi

Alfano verso il «sì» a Mattarella, il confronto con Napolitano. Ma i suoi si spaccano: i capigruppo pronti a lasciare

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Il tormento del Nuovo centrodest­ra e del suo segretario Alfano non è finito. Va avanti fino a questa mattina. La riunione dei gruppi parlamenta­ri (75 deputati e senatori, con Udc) è stata spostata da ieri sera alle 8 di oggi. Scheda bianca su Mattarella in consonanza con Forza Italia o voto per Mattarella? Il nodo si scioglierà probabilme­nte in favore del voto a Mattarella. Al prezzo di terremoti nel partito.

Alfano, per tenere tutto assieme, spinto dai più navigati dei suoi, come Cicchitto, come Formigoni e Lorenzin, oggi proporrà un documento che chiede una «verifica di governo». Da una parte quindi c’è l’accettazio­ne dell’appello al voto unitario del presidente del Consiglio, dall’altra il desiderio di procurargl­i difficoltà per aver scelto la candidatur­a di Mattarella — pur gradita in casa Ncd-Udc — senza coinvolger­e gli alleati di governo. Lo scontro però è fortissimo: il rinvio della riunione a questa mattina viene deciso dopo che Sacconi e De Girolamo, capigruppo al Senato e alla Camera, minacciano le dimissioni se si tornasse indietro sulla scheda bianca. L’area che rappresent­ano considera Renzi «spregiudic­ato e maleducato», si prepara a bloccare Italicum e riforme, ritiene il Jobs act «assolutame­nte inadeguato», punta ad accordi elettorali con Forza Italia in tutte le Regioni al voto. Ritiene che il governo «avrà vita breve». E Cesa, segretario Udc, contro il «metodo Renzi» dice che Mattarella non si può votare.

Votare Mattarella significa sacrificar­e il recente riavvicina­mento con Berlusconi, in nome della possibilit­à di proseguire l’azione di governo. «La questione — dice Cicchitto a tarda sera — non sono i rapporti con Forza Italia, sono i rapporti dentro il governo». Spiega Roberto Formigoni: «Noi non facciamo cadere il governo. Ma il caso Quirinale è l’ultimo di una serie: la decisione senza consultarc­i di varare la regola fiscale “salva Berlusconi”, le decisioni contro il nostro parere sul Jobs act e sulle banche popolari. Serve una verifica chiara e seria».

Carlo Giovanardi, che dall’inizio ha sostenuto che non si poteva non votare Mattarella, ha fatto sapere che questa mattina proporrà di votarlo, ma di lasciare subito il governo. Sicurament­e nel partito di Alfano unanime è il rancore nei confronti di Renzi. «Avremmo potuto arrivare assieme al nome Mattarella — dice Andrea Augello — ma lui ha voluto farne un guanto di sfida, creando dal nulla una terza maggioranz­a».

Gli schieramen­ti in Area popolare (Ncd e Udc) sono due. Da una parte Casini, che non tradisce la famiglia ex Dc e si schiera con Mattarella, assieme a Giovanardi e ai parlamenta­ri siciliani guidati da Giuseppe Castiglion­e e ai calabresi guidati da Antonio Gentile. Il ministro Lorenzin sarebbe con loro, ma ripete: «Renzi stavolta ha sbagliato...». Dall’altra, Sacconi, Cicchitto, Saltamarti­ni e due esponenti di Ncd fra i più favorevoli alla «ricucitura» con Berlusconi, Nunzia De Girolamo e il ministro dei Trasporti, Lupi. Giovedì Ncd e Udc raggiungon­o l’accordo sulla scheda bianca. Votare Mattarella, dopo il comportame­nto di Renzi, sarebbe «un suicidio politico». Ieri comincia, da varie fonti pd, un ritornello che mette sotto pressione Alfano: può un ministro dell’Interno non votare il presidente della Repubblica? Il renziano Carbone scrive su twitter: «Le mire di qualcuno di Ncd a fare il sindaco di Milano con Forza Italia stanno influenzan­do il povero Alfano #attentiail­upi». E Lupi: «Nei momenti di stress nervoso si dicono stupidate».

Vorticoso il giro di riunioni. Lorenzin, Serracchia­ni e Boschi. Letta e Verdini con Casini e Alfano. Alfano e Lotti. Alfano, Casini, Minniti e Renzi (con Brunetta che si affaccia). Forza Italia non vuole mollare. Ncd si tormenta. Casini dice ad Alfano: «Avrai difficoltà, da ministro dell’Interno, a non votare Mattarella». Entra in gioco addirittur­a il presidente emerito Napolitano, che parla con Alfano. E l’ex capo dello Stato ha un colloquio anche con Renzi.

Schifani e Quagliarie­llo cominciano a chiedere dalle tv a Renzi «un passo» affinché il

La mossa Il ministro-segretario per ricucire lo strappo proporrà al partito una verifica di governo Cicchitto Il punto non sono i rapporti tra noi e Forza Italia ma quelli all’interno della compagine di governo Lupi Io farei pressioni su Angelino per fare il sindaco di Milano? Sotto stress si dicono delle stupidate Le posizioni Il leader dell’Udc Cesa: «Mattarella non va» Slitta a stamattina il confronto decisivo

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L’affondo Il deputato pd Ernesto Carbone via Twitter attacca Maurizio Lupi

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