Di Maio conferma il no ma prevede colpi di scena E i fuoriusciti trattano
Grillo attacca Mattarella sul blog per l’uranio impoverito I suoi: «Ancora Imposimato». La strategia degli esuli
Non c’è bisogno della riunione in notturna: i grandi elettori del Movimento 5 Stelle lo avevano già deciso che oggi, al quarto scrutinio, il loro candidato per il Colle sarebbe stato ancora Ferdinando Imposimato. E se qualcuno, verso sera, aveva provato a gettare lì l’ipotesi di trovare un nome alternativo al magistrato presidente onorario della Cassazione, all’ora dei Tg della sera ci ha pensato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio a chiudere la questione: «Se ci sarà un colpo di scena del Movimento ci sarà alla quinta votazione. Siamo disposti a mettere i nostri voti sul piatto per avere un presidente della Repubblica condiviso».
Non sono in pochi fra i 128 grandi elettori seguaci di Beppe Grillo a credere che una quinta votazione ci sarà davvero. Piuttosto: lo sperano. Nel pomeriggio di ieri era stato proprio Beppe Grillo a diramare sul suo blog un post assai denigratorio nei confronti del candidato al Quirinale Sergio Mattarella per via dell’uranio impoverito.
Una storia di quando Mattarella è stato ministro della Difesa, nel 2000: secondo Grillo avrebbe negato le correlazioni tra l’uso dell’uranio in guerra e l’aumento dei tumori tra i militari italiani. E Grillo a parte, i grandi elettori del Movimento non approvano la scelta di Renzi soprattutto per le modalità usate, loro che sono i paladini delle consultazioni via internet.
Ma lo scontento non si ferma qua. È ancora Luigi Di Maio a dettare la linea del Movimento: «Vi sembra normale che il Pd voglia eleggere un presidente della Repubblica con i voti determinanti del Movimento 5 Stelle? I padri costituenti cosa ne penserebbero?». Non si è limitato a fare una semplice dichiarazione Luigi Di Maio. Sul suo profilo Facebook il vicepresidente pentastellato della Camera ieri ha postato anche il video accusatorio di Paola Pinna, ex-deputata del Movimento 5 Stelle.
In quel video si denuncia la compravendita di voti ad opera di Luca Lotti, braccio destro (anche sinistro) del premier Renzi, verso Walter Rizzetto, fra gli ultimi dei fuoriusciti dal Movimento.
Walter Rizzetto ha annunciato querele per queste accuse neanche troppo velate, ma il gruppo dei fuoriusciti ha avuto parecchie discussioni per la scelta del candidato e i tormenti per il nome da scrivere sulla scheda da infilare questa mattina nell’urna quirinalizia sono durati fino a notte fonda.
Ci sono poco meno di quaranta tra deputati e senatori nella pattuglia dei transfughi dal Movimento di Beppe Grillo. Da quelli usciti tanto tempo fa, come il senatore Franco Campanella, ai freschi freschi di abbandono come, appunto, Walter Rizzetto, Massimo Artini, Eleonora Bechis, Tommaso Currò.
Ieri, alla seconda e alla terza votazione, non hanno avuto dubbi i fuoriusciti del M5S e hanno votato compatti per un nome evergreen come quello di Stefano Rodotà. Ma oggi, alla votazione decisiva, la tentazione di abbracciare le indicazioni del presidente del Consiglio ha fatto passare il sonno a più di qualcuno.
Hanno dibattuto fino a tardi gli esuli di Grillo. Hanno persino sospeso la cena per mangiare un boccone e riprendere a trattare, un tira e molla estenuante.
Da una parte chi tifava per l’ex ministro e per tuffarsi quindi a seguire la linea politica di Renzi. Dall’altra chi frenava troppo entusiasmo perché essere usciti dal gruppo di Beppe Grillo non doveva voler dire allinearsi immediatamente con la maggioranza.