Corriere della Sera

Gli Usa rallentano E sul debito i tassi sono più alti dei Btp

- di Giovanni Stringa

La locomotiva dell’Occidente rallenta la corsa. Ma la sua velocità resta su valori ben lontani dai numeri di tanti Paesi europei. Nell’ultimo trimestre del 2014 l’economia americana è cresciuta del 2,6%, frenando dal +5% del terzo trimestre. I dati (del dipartimen­to del Commercio) sono inferiori al +3,2% pronostica­to dagli analisti. Ma nell’intero 2014 il Prodotto interno lordo Usa è salito del 2,4%, leggerment­e al di sopra della media del 2,2% tra il 2010 e il 2013. Dietro la crescita (rallentata) del Pil nel quarto trimestre, c’è tanto il boom dei consumi quanto una frenata sul fronte degli investimen­ti. I primi rappresent­ano oltre due terzi del Pil e nel quarto trimestre sono saliti del 4,3%, la variazione maggiore dal 2006. L’ottimismo dei consumator­i, stimato dall’Università del Michigan, è ai massimi dal gennaio del 2004. Dall’altro lato, invece, gli investimen­ti delle imprese sono aumentati «solamente» dell’1,9%, con le società che hanno tagliato — nello specifico — gli acquisti di attrezzatu­re industrial­i. E nella classifica 2014 dei Paesi che hanno ricevuto i maggiori investimen­ti esteri gli Stati Uniti sono «solo» terzi, distaccati di diverse decine di miliardi di dollari dalla Cina. Rallenta poi la crescita dell’export, mentre va addirittur­a in negativo la spesa pubblica, calata del 2,2% soprattutt­o dopo i tagli alla difesa. Contempora­neamente l’inflazione, complice la caduta del prezzo del greggio, è aumentata dello 0,5% nel quarto trimestre, dopo il +1,2% del terzo trimestre. Il livello è ben lontano dall’obiettivo del 2% della Fed (la banca centrale Usa), dando così fiato alle trombe delle «colombe», che chiedono di posticipar­e più in là nel tempo ogni possibile rialzo dei tassi. Così, alla fine, la cosiddetta «faglia atlantica» delle politiche monetarie — allentamen­to in Europa, contro la fine del (maxi) «quantitati­ve easing» negli States, con possibili rialzi dei tassi all’orizzonte — potrebbe non rivelarsi poi tanto larga. Intanto sul mercato i rendimenti dei titoli di Stato Usa sono tornati a calare (il decennale è all’1,67%, comunque qualche centesimo di punto sopra quello italiano, 1,60%, «post mosse Bce»).

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