Il marito di Elena chiede una Bibbia in cella «Ora devo pregare per lei, era una santa»
Asti, la difesa: è innocente, chiarirà tutto. Sequestrato in casa un telone simile a quello trovato vicino al corpo
Dopo la scomparsa L’uomo ha cercato di intrecciare due nuove relazioni per «sostituire la moglie»
Non la rabbia, non la disperazione, non la voglia di urlare al mondo la sua innocenza. No, Michele Buoninconti è rimasto a lungo in silenzio per poi sussurrare alla guardia solo qualche parola: «Vorrei una Bibbia » . L’agente gli ha dato il Nuovo Testamento. «Va bene anche così ma se c’è una Bibbia è meglio» ha ringraziato il Vigile del fuoco arrestato giovedì con l’accusa di aver ucciso il 24 gennaio dello scorso anno la moglie Elena Ceste e di averne occultato il cadavere. Buoninconti ha sorpreso il personale del penitenziario di Asti anche al suo ingresso: «Ora penso solo a pregare — ha detto — Elena è una santa, mi accompagna anche qui». Afflato che un po’ stride con la scarsa considerazione che lui stesso sembrava avere della moglie fino a qualche mese fa quando diceva hai figli che era «una donna da raddrizzare».
Emerge, dunque, questa ambiguità. Da una parte Elena è inadeguata, dall’altra è santa. E poi c’è il rifugio nella fede religiosa, di cui un po’ si sapeva: l’immancabile messa domenicale delle nove, la passione per il libro dell’Ecclesiaste («C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare, un tempo per uccidere e un tempo per guarire...»). E si sapeva anche della spiccata propensione alla preghiera. Così spiccata da essere notata dal giudice di Asti Giacomo Marson, il quale dopo aver letto le intercettazioni ambientali ha così commentato nell’ordinanza: «In macchina si sente l’indagato recitare preghiere in maniera ossessiva, anche cantando».
Non si sapeva invece che Buoninconti avesse tentato di «sostituire» Elena dopo la sua scomparsa. È lui stesso a usare questa espressione negli sms con una signora calabrese. «Se una persona eccezionale. Eccezionale dovrà essere la persona che sostituirà Elena». Succedeva fra agosto e settembre dell’anno scorso. In precedenza, a tre mesi dalla scomparsa di Elena, Michele aveva contattato un’altra ragazza, già conosciuta. Altro telefono, altri messaggini. «Lascia perplessi la descrizione che fa di sé — annota il giudice —. Un uomo solo, che sapeva fare bene la pizza, che sapeva fare bene i lavori di casa, che non gli serviva una donna che lavorasse fuori ma gli bastava arrivare a casa e avere una donna che lo aspettasse perché era proprio triste arrivare la sera a casa e trovarla vuota». E proprio nella casa di Costigliole d’Asti i carabinieri hanno eseguito una nuova perquisizione, sequestrando qualche vestito e, soprattutto, un pezzo di telone della serra. È stato spedito tutto ai laboratori del Ris di Parma. Vicino al corpo senza vita di Elena fu infatti trovato un telo molto simile a quello della serra del suo orto. Se il materiale risultasse lo stesso, i guai per lui si moltiplicherebbero.
A leggere gli atti dell’indagine, si scopre poi che una pulce all’orecchio degli inquirenti è venuta da una testimonianza. Quella di Paolo Gozzellino, medico di famiglia dei Buoninconti. «La settimana dopo la scomparsa della signora Ceste — ha dichiarato il dottore il 27 giugno scorso — ho visitato il signor Michele che nell’occasione lamentava un dolore muscolare all’addome. Un fastidio provocato da un intenso sforzo, come di chi fa per la prima volta gli addominali o chi è costretto a sollevare un peso inabituale». Il giudice ne ha tratto un elemento d’accusa: «Non può sfuggire che il sollevamento di un corpo, il suo posizionamento all’interno di un veicolo, la sua rimozione e trasporto, comporti uno sforzo fisico considerevole».
L’avvocato Chiara Girola, difensore di Buoninconti, ha promesso battaglia: «Ho già nominato due consulenti, dimostrerò la sua innocenza. Credo non sia giusto arrestare un uomo per il fatto che non esistono piste alternative, come hanno scritto».