I due nonni ammazzati dal vicino che beveva il caffè con loro
Il delitto di Venegono: Martino e Graziella trovati dal figlio, morti per 100 euro
custode nella fabbrica-deposito che confina con i Ferro. C’è una foto recente che li riprende in famiglia, alla tavola di un ristorante, sorrisi sfolgoranti, vestiti delle occasioni migliori.
Fatto sta che lunedì pomeriggio, il vecchio Martino, gentile come sempre, incrocia il giovane e gli regala due limoni appena colti dalla sua serra. Alessandro torna a casa, lascia i limoni e afferra una mazzetta da muratore, raggiunge il signor Ferro nel garage di via delle Vigne e lo colpisce due volte alla testa, di spalle. Poi sale nell’appartamento, dove l’anziana ricamatrice («aveva due mani d’oro», dice sua cognata Giovanna) non può immaginare che suo marito si trova giù, nel garage, forse agonizzante, forse già morto. Graziella accoglie il ragazzo, prepara due caffè e non si chiede come mai Alessandro non si sia sfilato i guanti. Si scambiano qualche parola, come sempre.
Non sono ancora passate le quattro. Bevono il caffè, quando la donna si alza e non fa in tempo a girarsi che si ritrova un filo elettrico stretto intorno al collo. A quel punto, prima di darsela a gambe, quello che è diventato nel giro di pochi minuti un duplice omicida si mette a rovistare qua e là per cercare qualche banconota, trova cento euro in un cassetto e si accontenta. Poi torna al tavolo per prendere una tazzina e un cucchiaino, perché in un momento di lucidità si rende conto che sono i due soli oggetti che ha toccato senza guanti, li porta con sé per farli sparire, durante la fuga in auto, in un cassonetto della provinciale. Ha commesso un errore, però, ha dimenticato di portar via il secondo piattino.
Il corpo di Martino in garage e quello di sua moglie Graziella sopra, in cucina, sono senza vita da più di ventiquttr’ore, quando martedì, alle 17.30, il figlio Dario, che ha chiamato inutilmente i genitori per ore, ha davanti agli occhi la tragedia. Avverte la polizia e a quel punto, oltre al dolore, si ritrova addosso il sospetto più terribile. La prima ipotesi è quella più ricorrente, purtroppo: delitto