Il figlio
Dario Ferro figlio unico della coppia di coniugi uccisi a Venegono Inferiore è stato protagonista di un duplice dramma: è stato lui a scoprire i cadaveri dei genitori dopo essersi recato a casa loro, allarmato dal fatto che non rispondevano più al telefono
La sequenza Prima uccide l’uomo in garage, poi strangola la donna. «Mi spiace, non so perché l’ho fatto»
Nelle ore successive alla scoperta del duplice omicidio,Dario è finito sul registro degli indagati. «Esigenze tecniche» hanno precisato i carabinieri. Il giovane però si è visto subito bersaglio di crescenti sospetti, dovuti anche al fatto che il killer doveva essere persona nota alle vittime. Sospetti dissipati dall’arresto del killer
L’arrestato Disoccupato da novembre, padre di un figlio, andava spesso a trovare i due anziani
in famiglia. Dopo l’interrogatorio, viene iscritto sul registro degli indagati (in realtà un atto formale).
La mattina del mercoledì via delle Vigne 10 viene sigillata e il budello sterrato è invaso dalle tute bianche dei Ris. Poi salta fuori un vicino che si ricorda di aver visto il povero Martino offrire due limoni al giovane con la sciarpa colorata al collo: è un amico di famiglia, un bravo ragazzo. Quando il Lorena si trova davanti ai carabinieri, fornisce orari contraddittori, gli chiedono se per caso lunedì ha bevuto un caffè dalla signora Graziella. Risponde di sì, che ha bevuto il caffè solo lui. Ma allora perché sul tavolo c’è un piattino in più? Alessandro cede e accompagna gli agenti nel boschetto in cui ha gettato la mazzetta. «Mi dispiace, non capisco perché li ho uccisi», dice. «Perché perché perché!», sibila al telefono Luigina, la sorella di Martino, «uccidere due bravi cristiani per cento euro...».