Come parlare del denaro ai nostri figli
per l’infanzia fino ai licei: l’anno scorso li hanno seguiti quarantamila studenti. «La sfera economica non è estranea alla loro capacità di capire», dice la presidente Giovanna Boggio Robutti. Cosa si può insegnare a un piccoletto di 3 anni? «Magari gli si può regalare un salvadanaio trasparente in modo che veda i soldi crescere». A sei anni? «È pronto per capire come circola il denaro in una comunità: chi paga la maestra? Lo Stato. E lo Stato? I cittadini con le tasse: quindi è importante che tutti le paghino». E a dodici anni? «Può già sperimentare la gestione di un budget, sotto forma di gioco: al Museo dei bambini di Roma, Explora, abbiamo creato il percorso “Economiamo”: dura 25 minuti, i partecipanti simulano di avere un lavoro, ricevono uno stipendio, pagano le tasse e fanno una donazione per i più poveri».
La Cassa di Risparmio di Fossano da dieci anni regala un libretto di risparmio con cento euro a tutti i nuovi nati nel Comune del Cuneese. Il presidente Beppe Ghisolfi ormai ha fatto dell’alfabetizzazione finanziaria la sua missione: «Ogni anno vado nelle quinte elementari per parlare di carte di credito e di debito, di mutuo, di deficit. Il valore dei soldi a quell’età lo capiscono benissimo». Ghisolfi, che è anche vicepresidente dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, ha scritto pure un Manuale di educazione finanziaria: «È un glossario ragionato di cento voci, da Abi a Usura, in termini semplicissimi. Prima di darlo alle stampe l’ho fatto leggere a tre ragazzi di terza media: non dico che me l’hanno fatto riscrivere, ma quasi».
@elvira_serra Fare la spesa è un ottimo sistema per insegnare a distinguere i beni necessari da quelli accessori: basta fare una lista e poi non guardarla al supermercato. Le differenze saranno indicative Anche la paghetta è un buon metodo per far capire il valore dei soldi e del risparmio. Il bambino può decidere di spendere tutto in un giorno: capirà che esaurito il tesoretto non può comprare altro