Corriere della Sera

CENTO BRAVI MANAGER PER UNO STATO MIGLIORE

- Di Sabino Cassese

scorso anno ha annunciato 44 obiettivi. Nello stesso mese ha esposto in Parlamento le sei priorità (semplifica­zione, trasparenz­a, staffetta generazion­ale, dirigenza, controllo della spesa e lotta alla corruzione). È ora fortemente impegnato nella semplifica­zione e nella realizzazi­one del sistema pubblico di identità digitale. Sta facendo procedere in Parlamento, ma lentamente, un disegno più ambizioso di riforma. Ma corre il rischio, passato un anno, di perdere la spinta iniziale e l’iniziativa: ogni volta che appare una disfunzion­e, deve giocare di rimessa.

I dati di fondo sono noti. Il governo Renzi è il 63° della storia repubblica­na. Nello stesso arco di tempo, la Germania ha avuto solo 24 governi e solo 8 capi di governo. Dunque, in Italia bisogna andare più in fretta, oltre a cercare di allungare la vita dei

Conseguenz­e L’inefficien­za della macchina pubblica produce anche danni all’immagine dell’Italia

governi. Se non si procede speditamen­te, se l’obiettivo della riforma amministra­tiva non sta tutti i giorni nell’agenda del governo, se questo obiettivo non viene quotidiana­mente condiviso da tutti i ministri e se non diventa parte del dibattito pubblico, si rischia il fallimento.

L’altro accorgimen­to è quello di concentrar­e gli sforzi solo su uno o due obiettivi. Quello che precede tutti gli altri, riguarda la dirigenza. Solo riuscendo a selezionar­e un centinaio di bravi amministra­tori pubblici, da porre al vertice delle amministra­zioni, sia al centro, sia in periferia, si può sperare di diffondere le buone pratiche amministra­tive.

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