IN CAMPO, MA SENZA FRETTA HILLARY SCEGLIE LA CAUTELA
Hillary contro Jeb, la «monarchia repubblicana» dei Clinton contro quella dei Bush. Sembrava tutto chiaro nella battaglia per il dopo-Obama. Poi sono arrivati i rinvii della candidatura della ex first lady mentre in campo repubblicano Jeb ha visto spuntare diversi rivali, compreso il suo ex delfino, Marco Rubio. E, a sorpresa, anche Mitt Romney. Che, come riferiamo a pagina 19, ieri si è ritirato dalla competizione, ma rimane come una spada di Damocle sulla battaglia per la nomination repubblicana.
Tutto di nuovo in alto mare, allora? Non proprio: mentre a destra rimane una buona dose d’incertezza legata alla presa del messaggio del moderato Jeb sul popolo conservatore (alle primarie votano soprattutto gli elettori più sanguigni e ideologicamente motivati), la mossa di Hillary è dettata, al contrario, da un eccesso di sicurezza. A suo tempo lei era parsa decisa a fare il suo annuncio subito dopo la nascita del nipote. Ma è diventata nonna a settembre e non è successo nulla. «Deciderà a fine anno» sussurravamo i suoi consiglieri, ma siamo arrivati al 2015 e ancora niente. Ora viene fatto trapelare che l’annuncio arriverà solo a luglio. Non perché Hillary sia incerta, ma perché non vuole esporsi troppo a lungo visto che non c’è nessun candidato forte da affrontare alle primarie: la sinistra radicale vorrebbe Elizabeth Warren, ma lei ha detto no. Potrebbe ripensarci all’improvviso, certo, ma in America si vince al centro, difficilmente i democratici punteranno su un ultra-liberal.
Insomma Hillary ha la strada spianata, ma anche una corsa alla nomination senza rivali ha le sue insidie: si rischia di essere ripetitivi, una gara già vinta a tavolino produce noia, non eccitazione. E l’ex segretario di Stato sa di non avere il carisma del marito Bill. Meglio allora restarsene ancora un po’ nelle retrovie: la volata è lunga, inutile scattare con troppo anticipo. Sempre che nel frattempo non spunti un outsider.