«Banda larga, il governo può risparmiare 1,4 miliardi»
Loiola (Alcatel-Lucent): bene il piano, ma serve neutralità sulle tecnologie per investire meglio
«Le tecnologie già esistenti e quelle in arrivo nel 2015, come il GFast, permettono di ottenere con il rame dell’ultimo miglio gli obiettivi dell’Agenda europea 2020 e anche quelli del governo Renzi con minori investimenti: 1,4 miliardi di euro potrebbero essere risparmiati. Nonostante il ritardo nell’infrastruttura di banda ultra larga potremmo arrivare prima e meglio degli altri Paesi, ma per fare questo il governo deve essere neutrale sulla scelta tecnologica e guardare alle perfomance». Roberto Loiola, è stato appena nominato dal ceo mondiale Michel Combes responsabile di Alcatel Lucent per tutta l’area centro e sud Europa. Si tratta di 20 Paesi il cui hub resta l’Italia che Loiola già guidava con la Grecia.
Oggi scade il termine per presentare all’Europa il piano per la banda ultra larga e raccogliere fondi per 2,4 miliardi, fondamentali perché i 5 miliardi italiani arriveranno solo dal 2017. Sembra finalmente una cifra adeguata per recuperare il ritardo.
«Gli obiettivi per l’agenda 2020 sono il primo paletto: tutto il territorio coperto ad almeno 30 mega e il 50% di italiani abbonati almeno a 100 megabp al secondo. Il governo ha deciso di porre degli obiettivi di copertura tecnologica con una navigazione a 100 mega per l’85% della popolazione. Siamo in ritardo ma se guardiamo all’obiettivo della perfomance della rete potremmo addirittura scalare le posizioni e non essere più il fanalino di coda».
Ma com’è possibile: lei dice che possiamo arrivare prima spendendo meno?
«Oggi la tecnologia permette cose impensabili due anni fa. Ci vuole pragmatismo. Sì può fare di più a parità di stanziamenti grazie a un nuovo standard come il GFast». Non è che lo vende lei? «Non abbiamo interessi a spingerlo: è uno standard che hanno anche i competitor. Inoltre noi offriamo tutte le soluzioni, anche l’Ftth, la fibra a casa, e l’Fttb, fino al building». Che però sconsiglia... «L’Fttc, cioè la fibra fino agli armadi, ci permette con le nuove tecnologie di superare velocemente già i 100 mega (l’obiettivo del governo) con un investimento di 1,4 miliardi in meno che andrà sempre usato per ulteriori sviluppi. Resta inteso che l’Ftth deve rimanere l’obiettivo finale e che ci dobbiamo arrivare, ma in 10 anni».
Non è che spendiamo di più facendo due volte il lavoro?
«No, perché il risparmio di tempo e investimenti è legato alla possibilità di rinviare gli scavi per portare la fibra nelle case. Inoltre così si anticipano i ricavi per le aziende».