Rientro dei capitali, ecco i moduli per mettersi in regola
Arrivano i modelli della dichiarazioni, da Unico all’Irap
Dario Scannapieco contribuente ha ricevuto formale conoscenza di verifiche o dell’inizio di qualunque attività di accertamento amministrativo o di procedimenti penali, per violazione di norme tributarie.
Il modello prevede l’inserimento dei dati del contribuente e quelli del professionista. Un miliardo circa di finanziamenti per la rete convenzionale delle Ferrovie dello Stato. É questo il frutto di un accordo firmato ieri tra il ministero dell’Economia e la Banca europea per gli investimenti (Bei) finalizzato a fornire risorse adeguate per realizzare il piano di interventi di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), la società di Fs che gestisce la rete. Si tratta di un prestito di 950 milioni da destinare all’ammodernamento delle linee ferroviarie convenzionali e delle tratte regionali e locali Poi viene chiesto di indicare — vale solo per chi ha patrimoni fino a 2 milioni di euro — se si vuole usufruire della forfettizzazione del 5% per la determinazione dei rendimenti e il calcolo dell’imposta dovuta con l’aliquota del 27%. Viene anche richiesto di indicare i «soggetti collegati», ossia chi presenta dal Nord al Sud d’Italia. Il Tesoro si avvantaggerà delle condizioni favorevoli garantite dai prestiti della Bei con un risparmio nella spesa per interessi e indirizzerà le risorse al piano di investimenti di Rfi che, attraverso un contratto di progetto, si impegna a realizzare interventi di ammodernamento, adeguamento e manutenzione di tutta la rete convenzionale delle ferrovie italiane. Il vicepresidente della Bei, Dario un collegamento con l’attività o gli importi per i quali si fa la regolarizzazione. Poi c’è la parte in cui vanno elencate le attività estere.
È un modello «abbastanza semplice e lineare — spiega l’avvocato Marco Cerrato, partner dello Studio Maisto — ma presenta alcuni aspetti delicati come l’indicazione dei soggetti collegati. La conseguenza di tale obbligo è la denuncia di posizioni riferibili a soggetti terzi e l’opportunità di coordinare la sanatoria di posizioni soggettivamente collegate». L’Agenzia delle entrate fa anche due esempi. Un’attività che fa capo a da due soggetti, come può essere un conto in Svizzera cointestato a marito e moglie: se il marito procede con la voluntary disclosure, deve indicare come «soggetto collegato» la moglie. Il caso di un’attività estera acquistata da un soggetto con proventi derivanti da redditi non dichiarati dalla società di cui è socio. La società va indicata. Il modello va presentato per via telematica tramite un professionista abilitato. «È anche previsto — spiega Cerrato — che si possa integrare la dichiarazione entro 30 giorni. Entro lo stesso termine è prevista la trasmissione della documentazione bancaria. La prima dichiarazione blocca eventuali cause ostative che potrebbero verificarsi in caso di inizio di attività di verifica o di accertamento».
Rossella Orlandi, 58 anni, è direttore dell’Agenzia delle Entrate. Da ieri sul sito dell’ente sono online il modulo per l’accesso alla voluntary disclosure e le versioni definitive delle dichiarazioni Unico 2015 Persone Fisiche , Enti non commerciali, Società di capitali , Società di persone , Consolidato nazionale e mondiale e Irap
La voluntary disclosure è rivolta ai contribuenti che vogliono regolarizzare le attività finanziarie o patrimoniali detenute all’estero e non dichiarate al fisco Scannapieco, ha sottolineato l’importanza dell’operazione: «Bei, dopo essere stata il principale finanziatore dell’Alta velocità ferroviaria, sostiene ora le tratte locali». L’amministratore delegato di Fs, Michele Elia, ha spiegato che gli investimenti saranno resi possibili dai recenti provvedimenti del governo, quali il decreto Sblocca Italia e la legge di Stabilità 2015.
La scadenza C’è tempo fino al 30 settembre 2015 per l’autodichiarazione al Fisco
Durerà? Nel dubbio meglio muoversi subito, sfruttare un varco imperdibile. Come ha fatto Terna collocando un bond a sette anni che paga una cedola dello 0,875%, la più bassa di sempre. Oppure l’Eni, coupon dell’1,5% a 11 anni. E l’occasione è unica anche per ricomprarsi le vecchie emissioni, quelle più care. L’Enel non sarà più un «bondificio», ha promesso il ceo Francesco Storace: sui titoli più costosi, sei prestiti per 5,5 miliardi che pagavano ricche cedole tra 3,25% e 5,75%, è stata lanciata un’offerta che ha ricevuto adesioni pari a un quarto del totale. Il pagamento? Una piccola porzione cash e lo scambio tra i vecchi bond e uno nuovo da quasi 1,5 miliardi che al colosso elettrico costa appena l’1,97%.
È la strategia del momento. Si ricomprano con un’offerta a premio le obbligazioni datate, ormai troppo onerose. E infatti l’Enel è in buona compagnia. Più o meno lo stesso hanno fatto Piaggio, Generali, Gtech, Cir, Atlantia-Adr e Telecom. L’occasione sembra irripetibile: tassi interbancari (midswap) in calo su tutte le durate, spread ai minimi, liquidità abbondante degli investitori. Più il bazooka della Bce, il Quantitative easing da 1.100 miliardi. E infatti i tesorieri dei gruppi quotati sono pronti alle grandi manovre. «I buy back sono operazioni accompagnate da una nuova emissione, direttamente scambiata come nel caso Enel oppure contestuale al pagamento cash come per Telecom», commenta Pantaleo Cucinotta, responsabile del mercato dei capitali di debito in Banca Imi, «così grazie agli spread molto bassi si anticipa il rifinanziamento e si allunga la durata del debito». In breve si raccoglie liquidità «che conviene utilizzare subito per riacquistare le vecchie obbligazioni, anziché tenerla in casa con un rendimento pari a zero mentre si pagano gli interessi». Telecom Italia ha chiuso la sua offerta pochi giorni fa piazzando un bond a 8 anni da un miliardo al costo del 3,3% e con quei fondi ha ritirato dal mercato buona parte (adesioni pari a 810 milioni su 3 miliardi) di precedenti prestiti. Atlantia ha invece ricomprato una tranche della cartolarizzazione battezzata Romulus, 325 milioni di sterline, che è in capo alla controllata Aeroporti di Roma. «Sarà il vero fenomeno del 2015 grazie ai tassi particolarmente bassi che consentono di rifinanziarsi con emissioni a lunga scadenza», pronostica Luca Falco, a capo del capital market di debito di Unicredit. «Il riacquisto di obbligazioni proprie o il concambio con nuovi titoli è la quadratura del cerchio perché il debito lordo non sale, cosa che non sarebbe vista bene dalle agenzie di rating, e la liquidità raccolta viene reinvestita subito». E adesso la manovra Bce dovrebbe dare un’ulteriore spinta ai buy back.