«Svuotata» (per i creditori) la ex cassaforte di Tanzi
( m. ger) La Coloniale liquida 3,4 milioni di euro alla Jp Morgan Chase su 50 milioni di credito vantati dalla banca americana, 547 mila euro andranno alla Parmalat in amministrazione straordinaria su 8 milioni di crediti ammessi e 5,6 milioni finiranno invece alla sua controllata Sata srl a fronte di 82 milioni pretesi. Si chiude così, di fatto, la storia della cassaforte di uno dei più grandi imperi industriali italiani precipitato in uno dei più grandi crac della storia. Coloniale era la holding della famiglia Tanzi ( nella foto Calisto) che controllava al 51% Parmalat. Tutti sappiamo come è andata con il disastro dei 14 miliardi di perdite e falsi. La Coloniale, però, non è «morta». Da dieci anni, come molte altre società della galassia ex Tanzi, è in amministrazione straordinaria con l’obiettivo di realizzare ciò che resta dell’attivo e liquidare i creditori: 140,8 milioni tra chirografari (99%) e privilegiati, poco meno di 10 milioni il rimborso definito. Il primo progetto di riparto parziale è stato appena depositato dal commissario straordinario della società, Enrico Bondi. L’attivo sociale è «costituito prevalentemente - si legge nel documento - da alcuni crediti e pochi assets. I cespiti sono stati tutti realizzati, residuano da recuperare alcuni crediti (prevalentemente di natura fiscale)». Ai creditori, dunque, sarà restituito il 6,826% dei loro soldi. Jp Morgan, in particolare, aveva finanziato nel ’99 la holding con fideiussioni della famiglia. Ora del vecchio arcipelago Parmalat restano sotto procedura (con Bondi commissario) 8 società (di cui 6 del turismo) mentre altre 16, con l’attivo già ripartito, lo sono ormai solo formalmente in attesa della chiusura dei procedimenti giudiziari.