Corriere della Sera

Volare basso per andare più forte da domani in poi

- Di Daniele Dallera

Finalmente la nuova Ferrari s’è svelata e domani va in pista. Quell’abbuffata di nomignoli, «rock-sexy, bella-aggressiva-dolce- un po’ paperotta», così in voga in Formula 1 ogni volta che si presenta una macchina, figuriamoc­i poi se si chiama Ferrari, verrà spazzata via dal cronometro. Sulla pista di Jerez, da domani conta quello. Ed è sacrosanta la linea di Maurizio Arrivabene, il nuovo capo di Maranello, che vola basso, non spreca promesse, massimo 1-2 vittorie e sarà champagne altro che lambrusco (che fa la sua figura). Forse ha meno senso, invece, sottolinea­re con insistenza i penosi risultati di un recente passato, la scorsa stagione: quella ormai è consegnata alla storia, persino dannoso, ritornarci su. Anche perché il passato, così ricco di successi, se lo si guarda, potrebbe rivelarsi un fardello pesante. Guardare avanti, solo questo, e non c’è dubbio che Arrivabene abbia qualità per farlo: determinaz­ione, la giusta durezza, capacità riflessiva, conoscenza della materia (la F1 è il suo pane quotidiano da anni,anni e ancora anni). Non a caso il presidente Sergio Marchionne l’ha ingaggiato e promosso «capo». Ieri sono mancate le parole del presidente della Ferrari: nemmeno questo è un caso, tutt’altro, strategia studiata. Al centro dell’attenzione (mondiale) ci deve essere la macchina. Speriamo che oltre che essere «sexy etc. etc.» sia anche veloce. In F1 conta soltanto questo. Da domani a Jerez, primi giri di pista, ne sapremo di più.

Il capo

Maurizio Arrivabene è stato vice presidente per la comunicazi­one della Philip Morris. È anche nel cda della Juventus

Dal primo dicembre è il team principal della Ferrari, dopo la breve esperienza di Mattiacci

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