Corriere della Sera

L’evoluzione di Neymar, nuovo leader del Barça

Gol, dribbling irridenti e polemiche, il brasiliano ha quasi superato Messi

- Alessandro Bocci Rocco Cotroneo

Chi non ha ancora superato il dubbio del XX secolo (meglio Pelé o Maradona?), si prepari perché quello dei giorni nostri rischia di essere ancora più problemati­co. Primo perché Messi e Neymar sono contempora­nei, giocano persino nello stesso club. A complicare le cose c’è il fatto che — dopo un inizio difficile — i due vanno d’accordo in campo. Ogni partita si passano il pallone venti o trenta volte, alla faccia dello stereotipo su brasiliani e argentini che si odiano.

Beati insomma i tifosi di una squadra, il Barcellona, con tale lusso, avere due dei tre calciatori più forti del mondo con la stessa maglia, e non sapere chi è meglio. I catalani quest’anno sono inarrestab­ili: da inizio 2015 hanno vinto sette partite di fila, segnato 26 gol, dei quali 15 a firma della pazzesca coppia. La suddivisio­ne non aiuta a sciogliere il dubbio: otto li ha segnati Messi, sette Neymar. Alla fine a rimanere a secco è un certo Luis Suarez.

La strepitosa stagione del brasiliano fa sorgere il dubbio: Supercoppi­a Neymar festeggia con Leo Messi. Nessun altro club ha una coppia di attaccanti così devastante (Action Images) avere l’Inter. Mancini è perplesso. L’ultima parola spetta a lui e lui, prima di dare il via libera, vuole parlare con il giocatore che scalpita. Il Bari aspetta e spera.

Il vecchio Cassano all’Inter, che intanto cede (dal primo luglio) il giovane Federico Bonazzoli, 17 anni, l’attaccante del futuro, alla Sampdoria: 7 milioni per lui (il club di Thohir ha il diritto di riacquista­rlo nei prossimi tre anni a 14 milioni) e tre per la comproprie­tà di Duncan. Ferrero è scatenato. Per la difesa nuovo assalto a Paletta, altrimenti resiste Spolli. E Acquah, più di Baselli, per il centrocamp­o. Anche l’Inter ha bisogno di un centrocamp­ista e di un difensore: ma finora nella è se il sorpasso su Messi fosse già avvenuto? Neymar è ormai il leader del Barcellona? «La Copa del Ney», ha titolato il giornale catalano Sport dopo l’esibizione nella partita contro l’Atletico Madrid, quarto di finale della Coppa del Re: 3-2 per il Barcellona, due gol di Neymar in rimonta, spettacolo, scenette e polemiche con un protagonis­ta solo. In Brasile gongolano. Scrive il sito di Veja: rete non è caduto niente, nè Lassana Diarra, nè Rhodolfo (scavalcato dal croato Vida e da Benalouane dell’Atalanta).

Il Milan è sempre più italiano. L’ultimo nome, dopo Bocchetti, Cerci e Destro, è quello di Luca Antonelli, la freccia del Genoa, esterno sinistro gradito a Inzaghi. L’affare sembrava fatto, però Armero, che dovrebbe andare in Liguria, punta i piedi. Il Milan non è riuscito a convincerl­o, ora ci proverà Preziosi che dice: «Senza Armero, Antonelli non si muove». Però il Milan non molla e oggi il figlio di Dustin, vecchio milanista, cambierà maglia. Per il centrocamp­o, Baselli è il nome dell’ultimo giorno quando Galliani dovrebbe ingaggiare il difensore

Affari Il Milan vicino ad Antonelli, ma Armero rifiuta. Montella, oltre a Salah, vuole un esterno

«A un anno e mezzo dal suo arrivo, è solo adesso che in Spagna stanno conoscendo il Neymar di Vila Belmiro (lo stadio del Santos, ndr): goleador, audace e decisivo. Non più comprimari­o, ma con una personalit­à di ferro». Il riferiment­o è a vari episodi avvenuti durante la partita: a ogni fallo subito, Neymar rispondeva con un dribbling irridente su un uomo della squadra di Simeone, considerat­a violenta, e provocando la tifoseria avversaria.

Dopo, negli spogliatoi, sono piovute le critiche: «Neymar avrà problemi per il resto della sua carriera, non può giocare così», sostiene Cani, vittima di alcuni numeri del brasiliano. «Gesticola in continuazi­one, è fastidioso», aggiunge Gabi. Verso fine partita il tecnico del Barça Luis Enrique, temendo temperatur­a eccessiva in campo, l’ha fatto uscire in anticipo. I media spagnoli, in maggioranz­a, hanno appoggiato le proteste dei giocatori dell’Atletico. Attento Neymar, non sei in Brasile, non fare lo sbruffone e la foca, è il succo delle critiche. Salah è bravo ma ha altre caratteris­tiche. Ora se vogliamo continuare con il 3-5-2 servirà un’alternativ­a a Joaquin», la richiesta di Montella. Il preferito è Darmian, ma il Toro non lo molla, neppure per Ilicic. C’è stato un sondaggio per Montoya del Barcellona, ma i candidati sono Maggio del Napoli e Vrsaljko del Sassuolo.

Dall’alto dei suoi 27 gol appena questa stagione (21 in Spagna, 7 nelle amichevoli con la Seleçao), Neymar risponde con la flemma del saggio: «Posso piacere o meno, non obbligo nessuno a farlo. Ma esiste una cosa che si chiama rispetto». In Brasile sorridono: «Ridicolo considerar­e un dribbling un affronto, e non gesto di sublime bellezza del calcio», scrivono sui social network. Si sospetta insomma che la Catalogna e la Spagna tutta, lo scettro del numero uno non lo toglierann­o facilmente a Messi. Non solo per quello che di grandioso la Pulce ha già fatto per il calcio iberico, ma per una — diciamo così — maggior sintonia con lo stile di casa.

Neymar, ovviamente, deve stare attento a non esagerare. Dalla sua ha già l’anagrafe e i numeri. A 22 anni ha segnato 212 gol, ha calcolato Sport. Alla sua età Messi ne aveva fatti 140 e Cristiano Ronaldo appena 98. Nessuno dei tre ha però vinto un Mondiale. Bisognerà riparlarne a fine carriera.

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