Un letto per due Piccolo galateo
I l letto. Teatro della contraddizione tra desiderio e voglia di distanza. Nel talamo si incontrano, e si scontrano, tic e manie. Luogo intimo ma pure posto dove le coppie passano molto tempo portando vecchie abitudini e costruendo piccoli piaceri rituali. Della coppia, spesso personali. Ed è lì che nascono le guerriglie: i piedi freddi del partner, quello o quella che si prende tutto lo spazio, tira le coperte o crea vortici di aria fresca muovendosi. C’è poi la questione del partner che russa. La lista delle recriminazioni è lunga. Ogni coppia ha la propria. Nel letto c’è chi vuole leggere, chi si porta l’ipad, chi persino continua a lavorare. E poi ci sono pure gli orari: chi si sveglia presto o più volte nella notte e chi arriva nel letto e si addormenta di botto, ci preferisce guadare la tv sul divano. «Dormire a due implica l’apprendimento di aggiustamenti sottili», dice il sociologo Jean-ClaudeKaufman che, dopo aver scritto «Trame coniugali, panni sporchi e rapporto di coppia» in cui sostiene che il bucato è l’indicatore (e integratore) dello stato del rapporto tra moglie e marito, arriva ora in libreria con «Un lit pour deux, la tendre guerre», un letto per due, la guerra tenera,(JC Lattès per ora pubblicato solo in Francia). «Il letto rivela l’evoluzione della coppia — sostiene dopo aver interrogato centinaia di persone attraverso Psychologies magazine —. La questione è che vogliamo amore, abbiamo bisogno di qualcuno accanto ma non vogliamo sparire come persone autonome». È un’evoluzione dei rapporti che rende complicato costruire le coppie. «Non è detto, però, che dormire schiena a schiena significhi detestarsi. Ci sono coniugi che si tengono la mano, altri che optano per letti gemelli o che adottano due piumoni distinti. E ci sono partner che dormono insieme una notte sì e una no. Non esiste una soluzione ideale. O perfetta. Si tratta di fare accordi provvisori: il bisogno di amore e unità e di indipendenza finirà per consumarli».