Corriere della Sera

«Io, filosofo di 27 anni, assunto in un’agenzia Trovo il lavoro agli altri»

- di Fabio Savelli fabiosavel­li © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«No, l’orologio non lo guardo mai. Se c’è bisogno resto fino a tardi». Federico Cavallo, 27 anni, sembra un personaggi­o di «Marina Bellezza», il libro-racconto di una generazion­e scritto da Silvia Avallone. In cui i giovani tornano in provincia, nei luoghi dove sono nati, perché le grandi città non riescono a essere più i contenitor­i del «sogno italiano». Federico però il suo sogno lo sta coronando. A due passi da casa. È stato assunto il 15 dicembre da Randstad, una delle principali agenzie per il lavoro in Italia, come «account manager» della filiale di Cuneo. Sei mesi di contratto, scadenza 30 giugno 2015, «con la certezza di un tempo indetermin­ato a partire da luglio».

Laurea triennale in Filosofia, specialist­ica in Scienze del lavoro per la direzione d’impresa all’Università Cattolica di Milano, Federico è stato messo a capo di una delle «unit» di Cuneo dove è appena ritornato dopo gli anni di studio. «L’ho fatto anche per scelta di vita, per stare più vicino a mia madre e mia nonna, perché riconosco nella famiglia un valore aggiunto». Con il primo stipendio ha deciso di affittare casa con la sua compagna inaugurand­o anche il fronte della convivenza.

Federico è uno dei 200 manager di filiale che Randstad ha assunto prima della fine dell’anno non aspettando nemmeno che fosse avviato il cantiere del Jobs act. Precondizi­oni messe nero su bianco dalla multinazio­nale olandese nella fase di selezione dei profili il conseguime­nto di una laurea, la giovane età e la conoscenza delle lingue. D’altronde nel settimo anno della Grande crisi le agenzie private sono consapevol­i che per «intermedia­re» domanda e offerta di lavoro in un mercato diventato iperliquid­o (per dirla alla Bauman) sia necessario coltivare potenziali profession­isti cercando di colmare le carenze dei centri pubblici per l’impiego. Senza considerar­e che sarebbe partito il treno di Garanzia giovani, il progetto del governo (con i soldi comunitari) che dovrebbe garantire un lavoro o uno stage a tutti gli iscritti al portale entro quattro mesi dal colloquio. Progetto che vedrebbe inevitabil­mente coinvolte anche le agenzie come Randstad, Adecco, Manpower, Gi Group, solo per citare le più importanti, finora utilizzate soltanto come bacheche da cui attingere le offerte di lavoro. Racconta Federico che si occupa dei rapporti con le aziende clienti, della selezione dei candidati e anche della contrattua­listica del lavoro in somministr­azione: «La laurea in Filosofia – dice – mi serve soprattutt­o nella relazione con gli imprendito­ri della zona. Presto particolar­mente attenzione alle piccole imprese, perché sono quelle maggiormen­te alla ricerca di profili». Potremmo inquadrarl­a come attività «commercial­e». Poi c’è quella prettament­e selettiva. Federico qui non sta cominciand­o da zero. «A Milano lavoravo per un “cacciatore di teste” con un contratto a progetto, perché il titolare della società è un mio professore della Cattolica – spiega –. Ecco perché al colloquio con Randstad ho potuto esibirlo come biglietto da visita preferenzi­ale».

Uno dei prossimi passi – dopo l’agognata stabilizza­zione a tempo indetermin­ato – potrebbe persino essere il trasferime­nto in un’altra filiale: «Non lo escludo a priori – dice Federico – certo Cuneo è la città in cui sono nato e cresciuto, tuttavia sono attratto dalla “mobilità orizzontal­e” di Randstad». Una delle peculiarit­à della via olandese al lavoro è proprio quella di incoraggia­re il turnover dei selezionat­ori, spingendol­i a cambiare agenzia previo riconoscim­ento di un premio salariale. Il corollario è la conoscenza delle lingue. «Parlo francese e inglese – dice Federico – anche se per ora non sto effettuand­o troppi colloqui in lingua perché in provincia c’è meno attenzione ai mercati internazio­nali». Semmai il vero fronte è la ricollocaz­ione degli over 50: « Molti hanno perso il lavoro o sono in cassintegr­azione e spesso è difficile trovare loro un altro impiego – ammette Federico – anche se noto che le aziende cercano chi sa fare e sono disposti a riconoscer­glielo». Politiche attive.

Resto fino a tardi, se c’è bisogno Non sono nelle condizioni di guardare l’orologio Ho lasciato Milano per tornare a Cuneo, per stare vicino a mia madre e mia nonna

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