Corriere della Sera

Dolce e Gabbana Alla Scala gli abiti danzano

Una «location» d’eccezione: il Ridotto Toscanini Gli abiti di alta moda luccicanti di ori e incrostati di pietre. L’étoile del balletto come «modello» Risultato: ieri è andata in scena la «sfilata perfetta»

- Paola Pollo

Probabilme­nte Domenico Dolce si è svegliato già piangendo. E Stefano Gabbana, senza accorgerse­ne, avrà ripetuto dieci volte « We are proud to be italian ». D’altronde è il sogno più grande che mai pensavano di realizzare: sfilare al Teatro alla Scala. «Stiamo toccando il cielo con un dito», confessava­no all’unisono, pochi minuti prima di dare al via alle danze.

Nessuno mai prima di loro. E potrebbe anche essere che nessuno mai dopo, almeno con così tanta magnificen­za ed enfasi: gli abiti, l’allestimen­to, i profumi, l’atmosfera, gli invitati. Non c’è defilè di haute couture oggi che dia le stesse emozioni: lo strascico di taffetà che sfiora i piedi degli invitati, la mano di Roberto Bolle che, danzando, quasi sfiora i capelli della signora che sembra una figura del Canova, i frusci degli abiti che riescono a sovrastare la musica tanto sono vicini, i punti a mano che si possono cogliere con lo sguardo. E poi le clienti, tutte, donne fra le più ricche «vere»: un mondo che si concede solo quando c’è privacy, parecchia privacy. No domande, no foto. Però una chiacchier­a, un brindisi, una battuta.

La giornata comincia all’alba con le prime modelle nel back stage allestito nel lungo corridoio che porta al palco reale, un luogo di solito proibito. Poi gli stand delle meraviglie: pellicce e broccati, oro e rubini, chiffon e tulle. «Abbiamo cominciato a lavorare sulla collezione nel maggio scorso — raccontano gli stilisti —, senza sapere che alla fine di novembre ci avrebbero concesso la Scala!». In due mesi siete riusciti ad allestire tutto? «Ci siamo detti: “provare non costa a nulla” e quando il sovrintend­ente Pereira ha detto sì, davanti a lui ci siamo contenuti, in separata sede siamo esplosi di gioia». Stefano racconta che lui alla Scala ci mise piede per la prima volta con la scuola; Domenico ci andò a ventisei anni ma ora ha due palchi: uno per l’opera e uno per la danza. Pereira accoglie e saluta: «È un’idea di alta classe». Ed è «The Dolce Gabbana ballet» quello che va in scena al Ridotto Toscanini.

Poi ecco il primo ballerino, un Roberto Bolle da far perdere la testa a tutte le signore in sala. È lui che apre, che chiude e che scandisce gli atti della

rappresent­azione: un mantello e un corpetto più bello dell’altro, ricamati e incrostati di pietre. In due parti danza con Beatrice Carbone. Irrompono le note dello Schiaccian­oci e poi della Carmen, del Lago dei Cigni e le musiche di Pachelbel. Un ragazzino di 12 anni è Roberto agli inizi, poi di 14 e di 16 e poi lui e sei giovinette del corpo di ballo della Scala (gli stilisti hanno offerto alcune borse di studio e i restauri delle scenografi­e): danzano con i loro costumi. A seguire: Calliope, Albrecht, Odile, Costanza, Effie, Sibilla... tutti i personaggi che vivono solo sulle punte. Gonne-tutù midi di tulle di seta leggerissi­me con corpetti di pelle da guanto decorati o corpetti di coccodrill­o profilati di visone epilato e tutti un’incrostazi­one di pietre e macramè e fili d’oro che sono i brevettati ricami patchwork Dolce e Gabbana. «Abbiamo studiato per ore e ore i filmati dei balletti per capire come cadevano gli abiti e abbiamo stressato anche Roberto (Bolle ndr) perché ci raccontass­e tutto sui costumi di scena, pregi e difetti ed esigenze», svelano.

Cappe e cappotti di astrakan a tinte baby (rosa, beige, verde) ma anche rosso passione foderate di chiffon e decorate con fregi clericali. Tailleur e tubini e mantellini di cashmere nero con la scritta in oro zecchino: Teatro alla Scala. E gran finale con gli abiti da ballo del Gatto- pardo in conIl cartellone:lago applicatei­catedei Cigni, lelocandip­iùLoSchiac­dei locandines­petone:Carmen. in seta dei più famosi spettacoli O sempliceme­ntelicemen­teSchiacci­anoci,laCarmp ricamate sui bustier-corsetto dalle costruzion­ioni supersarto­e

sartoriali. Attenzione ai dettagli più sofisticat­i, comee le calze di seta impreziosi­te di cristalli e pietre dure. Ai piedi ballerinea­llerine edecoln

decolleté di tulle o in oro zecchino; fra le mani pochettehe­tte di visone e astrakan. E poi gioielli chesooro

sono una sfilata loro stessi:orecn

orecchini-palco con tanto ditendonis­ta

tendone e protagonis­ta in scena; pendenti-ballerinar­ina impegnata in un salto; coroneone e coroncine; collier e anelli.

L’applauso è interminab­ile per Bolle e Beatricetr­ice Carbone e i ballerini e le ballerine della scuola e le modelle, settantaqu­attro,ro, una per ogni per capo.gli stilisti Standingnd­ingovaisti­e la ovationlor­o sfilata perfetta: gli occhi di Domenico sonoo sempre lucidi e Stefano è «proudoud» all’ennesi-all’ennesima potenza: Toscanini,forte dell’eccellenza­italiala«Questola Callas,è unsimeccel­lenzaVerdi, simbolo

italiana: Pavarotti. Ci saremmoare­mmo venuti anche in E ginocchio:chio:con loro anche siamoforlo­roi fortunati2­10». invitati poi accomodati­ccomodati nel foyer attorno ognunaa ventiad un’opera. tavoledead dedicateIl menù alla secondoo milanese atmosfera:rinesee cotoletta. risotto Viva Milano, vivava l’Italia.

Il sovrintend­ente Pereira prende la parola e ringrazia zia per «l’idea di alta classe»

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A passi di danza Roberto Bolle e Beatrice Carbone ieri alla sfilata di Alta moda di Dolce e Gabbana
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Uscite e dettagli I calzoni tutti un ricamo, portati sotto un’ampia cappa di velluto; la meraviglia di un orecchino di alta gioielleri­a, che riproduce un palco con il danzatore; la cappa di pelliccia. Sono alcuni dei look presentati ieri da Dolce e...

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