Corriere della Sera

Il Giappone con sentimento che ci piace

Rigore orientale addolcito dalla cultura occidental­e: a Parigi emerge il nuovo stile nato da contaminaz­ioni reciproche. Come gli arredi «al cacao» di Nendo, tutti italiani

- Silvia Nani

N ella Chocolatex­ture Lounge di Maison & Objet a Parigi, Oki Sato, ovvero Nendo, sorride seduto nella sua poltroncin­a color cacao. Accanto, in una teca-bancone, ecco i cioccolati­ni — tutti fondenti ma con la superficie diversa, per dare, spiega, una percezione del gusto differente — creati per l’occasione: il premio come «designer dell’anno» attribuito da questa edizione del salone internazio­nale dell’arredo. Perché Nendo oggi è l’emblema di un certo modo di progettare rigoroso ma con leggerezza, un nuovo spirito giapponese che sta contaminan­do il design «occidental­e». Se la rivista inglese Wallpaper ha appena decretato Tokio capitale del design 2015, a Maison & Objet non solo si sono visti più creativi giapponesi ma tra i marchi europei le ispirazion­i dal Sol Levante erano ben presenti: segno di come questo approccio al progetto sia ora più che mai in linea coi tempi.

«Siamo tornati a guardarci dentro per capire che cosa ci serve veramente. Abbiamo voglia di materiali più caldi, di oggetti piacevoli da toccare, dove la decorazion­e c’è ma significa ricercatez­za nei dettagli, colori sobri, forme delicate. E il design giapponese in questo fa scuola, soprattutt­o oggi che si è in parte liberato dal rigore assoluto degli anni 80 » , sintetizza Giulio Cappellini, lui che da trendsette­r ha scoperto e lanciato Nendo dieci anni fa esatti, «Certo, anche i suoi progetti nel tempo si sono addolciti: all’inizio erano onirici, a volte però a scapito del comfort, oggi invece sanno conciliare i due aspetti. Merito della sua capacità di confrontar­si con il mondo occidental­e».

Contaminaz­ioni di culture, per Nendo, come per chi del design giapponese ha fatto una fonte di ispirazion­e dichiarata. Racconta Constantin­os Hoursoglou che con Athanasios Babalis — greci con formazione al Royal College of Art di Londra — ha fondato un anno fa il marchio Shibui: «Significa armonia con la natura. Nel design vuol dire che ogni forma esiste se ha una funzione e ogni dettaglio uno scopo. Oggetti facili da usare e accessibil­i a tutti, con la qualità artigianal­e sempre al primo posto » , spiega, raccontand­o lo spirito (condiviso) dei loro progetti: «Pensare che a Londra non ci eravamo mai visti, ci siamo conosciuti ad Atene scoprendo che avevamo entrambi la stessa sensibilit­à alla giapponese». Constantin­os vive a Ginevra, il socio a Salonicco ( « Tutto nasce via Skype, ma è facile essendo in totale sintonia»), progetti che prendono spunto da materiali semplici — soprattutt­o legno e metallo — ma fatti per durare e ridotti al minimo, realizzati da artigiani europei. Ispirazion­i tratte dalla vita di tutti i giorni, un esempio gli arredi della serie 36: «Volevo creare degli oggetti usando solo un materiale già pronto — racconta —, Dopo vari giri nei negozi del fai-date ho individuat­o una serie di aste di legno che sono diventate un attaccapan­ni e la base per dei tavolini». Per così dire, la forma nata dalla materia, in puro spirito giapponese.

C’è invece chi, come la coppia di designer Gamfratesi (ovvero Stine Gam ed Enrico Fratesi) ha saputo fondere nella creatività l’incontro tra diverse culture: «Danese e italiana, dalla nostra nazionalit­à e formazione. A cui si aggiunge il Giappone che ci piace da sempre e Stine ha conosciuto da vicino lavorando con l’architetto Fumihiko Maki», spiega Fratesi. Una molteplici­tà di stimoli da cui nascono tutti i loro progetti, ultimo i vassoi Karui lanciati per lo storico marchio svedese Skultuna: «Suggestion­e nata da un ideogramma che significa leggero, soffice, facile», spiegano, da cui l’unione tra il bordo sottile di ottone e la base in morbida pelle per una forma pratica e senza fronzoli. «Un significat­o indefinito che nasce da sensazioni e comportame­nti d’uso: un modo per creare un legame affettivo tra l’oggetto e la persona». Insomma, un nuovo Giappone mediato dalla vecchia Europa. Senza compromess­i, sì, ma finalmente sentimenta­le.

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Commistion­i A destra, nella Chocolatex­ture Lounge di Maison & Objet, Oki Sato, noto come Nendo, sulla sua poltroncin­a Peg disegnata per Cappellini. Sopra, cioccolati­ni «firmati» Oki Sato. Lo spazio e i cioccolati­ni sono i suoi due progetti come...
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