Quelle irresistibili bustine di semi Come scegliere e non restare delusi
A himè, ci siamo. Arrivano i cataloghi di semi, online ci sono offerte, si pavoneggiano nuove varietà e già appare la cruda scritta sold out su altre… poco importa che senza il sold out non le avrei guardate due volte: ora che non sono più disponibili non riesco a immaginare come farne senza. Indipendentemente dal fatto che le bustine di semi siano per alcuni un’ossessione e da altri denigrate perché «tanto a me non cresce nulla», hanno qualcosa da offrire a tutti. I vantaggi sono molteplici, ma prima due moniti. Rimaniamo realisti: semi che germinano a temperature bassissime se siamo a Ragusa, o che necessitano di 30˚C, con lunghissimi tempi di germinazione, forse sarà meglio lasciarli ai professionisti. Non importa quanto bella e introvabile sia la pianta che ne dovrebbe spuntare, quasi mai lo farà; per fortuna cataloghi seri non lesinano queste informazioni, leggiamole. E non lasciamoci prendere troppo la mano: per far germinare tutti quei semi ci vuole spazio, ne abbiamo? Meglio limitarsi a pochi ma buoni, gli altri li prenderemo l’anno prossimo. Detto questo, le bustine ci permettono di coltivare varietà quasi introvabili vicino a casa e, non mi stancherò mai di ripeterlo, la soddisfazione che dà il veder spuntare qualcosa, crescere, fiorire e magari produrre qualche frutto e sapere che tutto questo lo abbiamo fatto noi partendo da un solo seme, è vera gioia. Se alle prime armi scegliamo le varietà indicate per principianti, come basilico, fragole o l’Erigeron mucronatus
‘Profusion’, l’anno prossimo proveremo qualcosa di più complicato e, on-line, diamo un’occhiata ai siti in inglese.