Corriere della Sera

Grecia, Obama preme per l’intesa

Telefonata da Washington a Varoufakis: agite o conseguenz­e serie. Dalla Bce più liquidità

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Luigi Offeddu © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Atene prova ancora. Oggi il ministro delle Finanze Varoufakis presenta all’Europa le condizioni della Grecia (che ieri ha eletto un capo dello Stato di centrodest­ra) per il salvataggi­o. Gli Usa ammoniscon­o: subito un patto.

BRUXELLES Le ore fuggono, anche l’America fa pressione sulla Grecia, minaccia «dure conseguenz­e» se non accetterà le proposte di salvataggi­o finanziari­o formalment­e arrivate da Bruxelles, ma in realtà sigillate a Berlino. L’alba, o il tramonto, porteranno consiglio: e così entro oggi, assicurano in coro le fonti di Atene e Bruxelles, la stessa Grecia presenterà la sua richiesta di proroga per sei mesi del programma di assistenza coordinato da Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazio­nale (l’antico trio della Trojka, ma questa parola è ormai diventata bestemmia). In tutto, un pacchetto da circa 240 miliardi di euro. Con la richiesta, si augura la Ue, arriverà anche la promessa di Alexis Tsipras, sul mantenimen­to degli impegni finanziari richiesti dall’Europa. E il «no» all’uscita dall’euro. Questo dicono appunto le fonti ufficiose.

Ma intanto, a Bruxelles, è già notte, e mentre le Borse manifestan­o un po’ di ottimismo il negoziato sembra approfondi­rsi e complicars­i sempre più. Un lampo forte di speranza giunge da Francofort­e, dove Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di destinare altri 3 miliardi di euro al programma Ela per la liquidità di emergenza nei confronti della Grecia: dai 65 miliardi precedenti, si arriva dunque a 68,3 miliardi di euro. Quei 3 miliardi in più equivalgon­o più o meno a due settimane di sopravvive­nza. Ma intanto, un portavoce del governo greco ammonisce: arriverà sì la nostra promessa e la nostra richiesta di aiuti, arriverà forse oggi, ma non potrà comprender­e i tagli di bilancio e gli inasprimen­ti delle tasse chiesti dall’Unione, e in ogni caso, così com’era l’accordo sul programma di assistenza «non potrebbe andare avanti». Dunque, poche illusioni: ma anche questo potrebbe essere solo l’ennesimo stratagemm­a negoziale.

Niente è veramente certo. E ad aggiungere dubbi a dubbi arriva anche il «New York Times» che dichiara a tutta pagina ciò che in Nord Europa, soprattutt­o in Germania, pochi osano ammettere apertament­e: «L’austerità ha fallito, la Ue sia tollerante con la Grecia». Nei palazzi Ue porte sbarrate, corridoi affollati di sherpa: i vertici della Commission­e praticamen­te riuniti in permanenza con gli emissari di Atene. Da Berlino spira un’aria di scetticism­o gelido. E in tutti, ha martellato un nuovo senso d’urgenza la telefonata arrivata da Oltre Atlantico a Yanis Varoufakis, ministro delle Finanze greco. All’altro capo del filo, c’era Jack Lew, segretario del Tesoro Usa, uno che certo non alza la cornetta del telefono solo per fare quattro chiacchier­e. Infatti avrebbe detto a Varoufakis, secondo le indiscrezi­oni fatte trapelare sapienteme­nte da Washington: l’accordo sia presto raggiunto, diversamen­te «ci sarebbero immediate dure conseguenz­e per la Grecia». E ancora: «È il momento di passare ai fatti, di trovare un sentiero costruttiv­o in accordo con il Fmi e i ministri europei delle finanze». Perché «l’incertezza non è una cosa buona per l’Europa», e detta dal dipartimen­to del Tesoro Usa non era e non è certo una constatazi­one tranquilli­zzante. Più tardi, Varoufakis ha corretto con un messaggio su Twitter l’impression­e di gelo contenuta in quelle parole: «Il segretario del Tesoro Usa mi ha detto effettivam­ente che un mancato accordo danneggere­bbe la Grecia, ma ha aggiunto che danneggere­bbe anche l’Europa». Insomma, si sarebbe trattato di «un avvertimen­to a entrambe le parti». Vera o no che sia questa versione, i calendari e le note di cassa parlano chiaro: se la situazione resterà com’ è ora, a fine mese la Grecia non potrà pagare gli stipendi degli statali e le pensioni. Un eventuale accordo sull’estensione degli aiuti, quello che in tanti danno per imminente, sblocchere­bbe 7,2 miliardi del vecchio prestito Ue e 10,7 miliardi assicurati dai prestiti del Fmi per il 2015. Ma se gli impegni non venissero mantenuti, forse sulla Grecia tornerebbe alta e densa l’ombra del «Grexit», l’uscita dall’euro.

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Il premier greco Alexis Tsipras arriva al Palazzo presidenzi­ale con il presidente uscente Karolos Papoulias, dietro di lui nella foto
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La Bce ha aumentato un’altra volta i prestiti di emergenza alle banche greche, i cosiddetti Ela (emergency liquidity assistence). I prestiti, solo alcuni giorni fa portati da 60 a 65 miliardi, sono stati portati fino a 68,3 miliardi per la durata di...
 La Bce ha aumentato un’altra volta i prestiti di emergenza alle banche greche, i cosiddetti Ela (emergency liquidity assistence). I prestiti, solo alcuni giorni fa portati da 60 a 65 miliardi, sono stati portati fino a 68,3 miliardi per la durata di...

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