Renzi e le università: ridicolo non dirlo, c’è serie A e serie B
A Torino la visita alla Fiat: gasatissimo dai progetti
Per Matteo Renzi in questo periodo si confrontano due racconti dell’Italia: uno «nauseabondo» di un Paese «pigro e irriformabile»; l’altro di un luogo dove «tutto è ancora possibile».
Per declinare la sua professione di ottimismo il presidente del Consiglio ha scelto ieri Torino, prendendo la città, le sue aziende e l’università, come simbolo di un «rilancio» che nel 2015 «sorprenderà tutti». In elicottero da Alba, dove aveva partecipato ai funerali di Michele Ferrero, il premier è arrivato all’ora di pranzo allo stabilimento Mirafiori di Fiat Chrysler Automobiles: ad attenderlo il presidente John Elkann e Sergio Marchionne. In anteprima è stato mostrato a Renzi il primo Suv della casa, la Maserati Levante. Scelta anche simbolica, visto che la nuova linea di produzione segnerà un rilancio dello stabilimento anche dal punto di vista occupazionale. Il tema, la creazione di nuovi posti di lavoro e il ritorno della fiducia, tornerà altre volte durante la giornata.
Al premier Sergio Marchionne, durante la visita al Centro stile di Fca, avrebbe mostrato anche altri modelli di auto in uscita, a cominciare dalle nuove Alfa Romeo. Fuori dallo stabilimento Renzi si è detto «gasatissimo per le idee di Marchionne» e più tardi, parlando al Politecnico, sulla Fiat di qualche anno fa dirà: «Un’azienda considerata decotta si è andata a comprare La protesta Gli studenti contestano Matteo Renzi davanti al Politecnico di Torino, dove il premier ha inaugurato ieri l’anno accademico ( una delle più grandi realtà automobilistiche americane. È impressionante come sono cambiati i rapporti». L’esempio serve al premier per sostenere la necessità del «coraggio», di una «sana follia», contro quella che, davanti agli ingegneri del Centro ricerche Powertrain di General Motors, definisce l’«industria della lagna». Renzi, in due circostanze, se la prende con «i talk show che dicono le stesse cose da anni».
Al centro il premier è accolto dal presidente di Opel Karl Thomas Neumann e dall’ambasciatore Usa in Italia John Phillips. In dieci anni l’azienda è passata da 60 a 600 dipendenti (età media 35 anni), la maggior parte sono ex studenti del Politecnico che si trova proprio di fronte: «È bello — dice il presidente del Consiglio — che proprio dentro al campus ci sia un’azienda che crede nei giovani». Probabilmente pensando al Jobs act, Renzi scommette che nei prossimi anni le assunzioni di GM Powertrain saranno «molte di più»; poi sull’onda A Torino Il premier Matteo Renzi con gli operai di Mirafiori, accompagnato dal sindaco Piero Fassino e dall’ad di Fca Sergio Marchionne dell’entusiasmo fa una previsione impegnativa: «Nella manifattura siamo secondi alla Germania, ma li prenderemo».
Arriva il momento dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico. Rigide misure di sicurezza, qualche apprensione per eventuali contestazioni, ma al presidio di studenti e sindacati sono in pochi. Il premier siede in prima fila (con lui il sindaco Piero Fassino e il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino) mentre il rettore Marco Gilli lamenta
Elkann e Marchionne A Mirafiori incontro con Elkann e Marchionne sulla linea del nuovo suv Maserati Levante La «lagna» La critica all’«industria della lagna». Il discorso al Politecnico con qualche contestazione
la «carenza di investimenti pubblici» e ricorda che «l’università non è un’azienda». «Io sono qui per chiedervi una mano» esordisce Renzi dal palco e spiega che nelle riforme del governo — dalla Costituzione alla giustizia, dal Fisco alla Pubblica amministrazione — c’è «un filo rosso: la creazione di nuove regole del gioco».
Aggiunge che non sarà comunque questo il disegno che «salverà il Paese», «ma le idee innovative e il riconoscimento del merito». Il premier si accalora: «Questa storia per cui non si può dire che ci sono qualità diverse tra le università è ridicola: ci sono già atenei di serie A e di serie B». L’intervento finisce e un rappresentante degli studenti, agitando un cappello da giullare, urla che quello di Renzi è un «capolavoro di retorica». Viene allontanato, mentre il premier va verso l’ultima tappa, la visita a un’altra azienda «d’eccellenza», la Fissore ceramiche di Moncalieri.