Milleproroghe, per 40 Comuni in Sicilia evitato il dissesto
Sarà votata oggi alla Camera, alle 19.15, la 33esima fiducia chiesta dal governo Renzi, questa volta sul decreto Milleproroghe. Il testo passerà poi al Senato, dove non dovrebbero esserci modifiche, visto che il termine di conversione scade il 3 marzo. Ieri la giornata in Aula è stata caratterizzata dall’ostruzionismo del M5S che si è battuto per far passare cinque emendamenti: stop all’accesso ai benefici per i partiti, ripristino dei finanziamenti per la «terra dei fuochi», compensazione delle cartelle esattoriali con la Pa fino al 2016, ripristino dell’Iva al 10% sul pellet, mantenimento dei tassi sulle trattenute bancarie delle detrazioni per le ristrutturazioni. Nessuno di questi emendamenti è stato accolto prima che il governo ponesse con il ministro dei Rapporti col Parlamento, Maria Elena Boschi, la questione di fiducia. Intanto l’Anci, l’associazione dei Comuni, fa il punto sugli emendamenti, da essa presentati, che sono stati accolti. All’appello, lamenta l’associazione, manca la deroga alle sanzioni per quegli enti che hanno sforato il patto di Stabilità nel 2014, che è invece passata sulle Regioni. Sono stati approvati invece il posticipo al 2016 dell’entrata in vigore dell’imposta municipale secondaria; il differimento al 31 dicembre 2015 del termine per la gestione associata delle funzioni fondamentali dei piccoli Comuni; la proroga al 30 aprile 2015 di quello per la comunicazione dei dati sulle gestioni associate. Ancora, lo slittamento al 1° settembre 2015 delle Centrali uniche di committenza, e la proroga dei termini per le gare sull’affidamento del servizio di distribuzione del gas. L’Anci segnala inoltre il via libera dato alla sanatoria richiesta per i Comuni che non hanno deliberato sulla Tari entro il 30 novembre 2014, i quali potranno recuperare nell’anno successivo le eventuali differenze di gettito. Allungati anche i tempi concessi per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi da parte dei Comuni. E’ passato infine anche il molto atteso emendamento che dà la possibilità agli Enti che hanno avuto il diniego d’approvazione da parte del consiglio comunale o della Corte dei Conti del piano di riequilibrio finanziario e che non abbiano, tuttavia, ancora dichiarato il dissesto, di riproporre la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale entro il 30 giugno 2015. Solo in Sicilia la norma eviterà a circa 40 Comuni di dichiarare il dissesto.