Corriere della Sera

Maxi operazione contro i terroristi Eliminati 300 di Boko Haram

- Alessandra Muglia

l’assassino «merita il massimo della pena», «seguirò il caso personalme­nte» ha twittato. E ieri ha promesso pene più severe. Il caso ricorda quanto accaduto in India dopo il brutale stupro di una studentess­a di 23 anni su un bus di Delhi. Qui l’indignazio­ne ha portato a un inasprimen­to delle pene, non sufficient­e però per contrastar­e il fenomeno anche per la diffusa impunità e la radicata cultura patriarcal­e, che la Turchia conosce bene. Ancora martedì Erdogan ha dichiarato che «le donne si devono affidare agli uomini» facendo infuriare le attiviste, che già lo criticavan­o per il suo rifiuto dell’uguaglianz­a tra i generi. Ma le turche non sono sole. Nuove proteste sono in programma nel fine settimana, con un raduno di uomini in minigonna a Istanbul. «D’ora in poi le donne non si dividono più tra turche e curde, tra musulmane e non — dice la scrittrice Elif Shafak — ma tra chi difende il silenzio e chi rifiuta di stare zitta». Sdegno Donne turche in piazza a Mersin, la città della studentess­a stuprata e uccisa dall’autista del pulmino che la portava a casa Molti i cortei in tutto il Paese (Ap) Oltre 300 miliziani di Boko Haram sono stati uccisi nel corso di un’operazione condotta dai militari nigeriani nel Nordest del Paese africano. Le autorità hanno reso noto che diversi «terroristi» sono stati catturati, mentre due soldati di Abuja sono rimasti uccisi durante la vasta campagna per riprendere il controllo delle aree della Nigeria ormai divenute un «califfato». Nelle stesse ore — hanno reso noto dei testimoni — oltre 30 civili che stavano celebrando un funerale sono morti in un raid aereo da parte di forze non ancora identifica­te: un aereo avrebbe sganciato delle bombe sul villaggio di Abadam, nel sud del Niger, al confine con la Nigeria. Il Paese africano ha però negato un suo coinvolgim­ento. In più, un miliziano di Boko Haram che stava tentando di farsi saltare in aria ad un posto di blocco militare nella città frontalier­a nigerina di Diffa è caduto sotto i colpi di mitra esplosi dai soldati prima che innescasse la cintura esplosiva. L’artificier­e, che è poi intervenut­o per disinnesca­re la cintura, è rimasto ferito nell’esplosione dell’ordigno e ora versa in gravissime condizioni. Subito dopo il fallito attentato un gruppo di uomini hanno aggredito a colpi di machete alcuni dei soldati del posto blocco: uno è rimasto ferito.

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